Venerdì 19 Aprile 2024

Valentino scende dalla moto "Sarei andato avanti altri 25 anni..."

La decisione più difficile del campione di Tavullia: "Finisco la stagione e smetto, almeno con le due ruote"

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di Riccardo Galli

Emozionato. Anzi, no, diciamolo apertamente, Vale era imbarazzato, quando ieri, poco dopo le quattro di pomeriggio, sul suo volto, sul suo sorriso sincero ma meno sereno di sempre, si sono accesi i riflettori del mondo.

Del resto, il mondo intero aspettava quel momento con ansia. Quel messaggio che Rossi aveva promesso di girare a tutti non appena la MotoGp si fosse rimessa in moto, dopo le vacanze estive. Sorride, si accomoda su uno scomodissimo sgabello, prova a metterci sopra una battuta per annacquare l’emozione e poi spara. E scrive la parola fine sulla sua Leggenda.

"Il prossimo anno non correrò – scandisce le parole Rossi –. È questa la mia scelta, la mia decisione. Sì, sono triste, perché è un momento triste, ma a fine anno smetto, poi... poi si vedrà".

Valentino parla e prova a sorridere. Lo sguardo fisso, fermo, la barba incolta, le mani che si toccano. "Ci voleva un tavolo qui...", eccola la battuta con cui Valentino inizia ad allontanare un po’ la pressione del giorno che forse (anzi, sicuramente) non avrebbe voluto mai vivere.

"Perché se fosse stato per me – riprende – io che sono stato nel Mondiale più o meno per gli ultimi 25-26 anni... beh, se fosse per me avrei corso ancora per 20-25 anni. Ma no, non è possibile, non si può".

Prende giri Valentino, proprio come in uno di quei Gp dove, partendo da dietro, riusciva a regalarsi rimonte da numero uno. Prende giri e l’emozione si fa meno opprimente. Non è così per Uccio e Alberto Tebaldi, gli amici, i fratelli di una vita da campione, che sono seduti poco più in là. Mascherina e sguardi lucidi, perché Vale che si ferma è un qualcosa di cui tutti parlavano e che tutti immaginavano non sarebbe accaduto. Le Leggende, del resto, mica vanno in pensione, no?

Rossi però, in qualche modo in pensione ci andrà e sa bene che il giorno più difficile della sua carriera non è questo, ma un altro. "Adesso ho ancora mezzo Mondiale da correre e voglio divertirmi. Il problema... Il problema sicuramente sarà all’ultima gara, a Valencia, quando davvero la mia avventura in moto sarà finita. Sarà l’ultimo giro ad emozionarmi...".

E sarà lì che Rossi chiuderà a chiave un armadio dove sono raccolte mille storie incredibili. Mille avventure da vivere e rileggere in continuazione. Mette a fuoco il suo passato, Vale. E l’emozione, la commozione del momento si trasforma in orgoglio. Chiude la sua carriera senza rimpianti, Rossi. "Anche le stagioni in Ducati – sottolinea – sono state molto difficili ma hanno rappresentato una sfida che volevo affrontare".

"Mi porto dietro – riprende – tre fotografie come vittorie più belle: il Mondiale 2001, l’ultimo della classe 500, il titolo del 2004, il primo in Yamaha e quello del 2008 quando ero già vecchio e tanti mi davano per finito".

La chiacchierata dell’addio corre veloce. Il tempo per sottolineare che "il dispiacere più grande è non aver vinto il Mondiale numero 10 perchè lo meritavo" e ricalarsi nell’imbarazzo sincero ed emozionante, quando rivela che chi gli sta vicino proprio non voleva che smettesse di correre e che magari sperava che nel 2022 si prendesse la seconda Ducati, accanto a Luca Marini, nel Team Vr46, il suo team.

"Papà Graziano mi diceva: ’Vai, fai ancora un anno’. E poi Uccio, ma anche mio fratello Luca: per loro avrei fatto meglio a continuare, ma io l’avevo detto che avrei scelto di correre nel 2022 se fossi stato ancora competitivo, invece...".

Stop. La Leggenda si ferma. E iniziano i grazie. Ai tifosi, a chi è cresciuto con il suo 46 stampato sul cuore, al numero uno di Dorna, Ezpeleta che lo abbraccia come un figlio che sta per prendere la sua strada.

"Grazie, grazie a tutti" saluta Vale, che si sforza – e gli riesce – di non commuoversi.

"Dove mi ritroverete? – allarga le braccia –. A correre, questo è sicuro. In auto. Perché sono un pilota e la mia vita sono le corse". Grazie a te, Vale.