Valentino Rossi firma la pace di Natale. "700mila euro al commercialista"

Lo aveva denunciato dopo la richiesta di una parcella da 1,8 milioni

Valentino Rossi in una foto di archivio (foto Radaelli)

Valentino Rossi in una foto di archivio (foto Radaelli)

Pesaro, 24 dicembre 2014 - Valentino Rossi ha tagliato un altro traguardo. Difficile dire se è arrivato primo, sicuramente ha portato a casa dei punti. Ha convinto il suo commercialista che gli chiedeva una parcella da 1,8 milioni di euro per la famosa guerra col Fisco (per gli anni 2000-2006) di accettare un assegno da 700mila euro. Senza più nulla a pretendere. Una richiesta che Rossifumi aveva già fatto nel febbraio 2013 ma che la controparte aveva rifiutato. Per questo, gli avvocati Achille Marchionni e Maurizio Terenzi avevano avuto mandato dal campione di Tavullia di procedere con una causa civile contro gli ex commercialisti di fiducia Massimiliano Tasini e Francesca Mainardi (tutelati dagli avvocati Arturo Pardi e Giorgio Barbieri). Il giudice dispose una Ctu (cioè una perizia contabile) affidandola al dottor Filippo Ricci ma prima che il lavoro fosse finito, gli sherpa di entrambe le parti hanno continuato a portare piccoli elementi per trovare un accordo. Fino a riuscirci, con la firma di ieri degli avvocati su delega dei protagonisti.

Le parcelle inseguono Vale dal 2007, e maturano tutte per contrastare la richiesta di quell’anno del Fisco di 112 milioni di euro per la sua fittizia residenza a Londra. Prima decise di passare al contrattacco incaricando il tributarista Victor Uckmar e il professor D’Ayala Valva di preparare il fuoco di sbarramento contro il Fisco ma poi capì che non poteva permettersi tre o quattro anni di guerra con l’Erario ed allora firmò un accordo pagando 35 milioni di euro più interessi (oltre ad un patteggiamento per omessa denuncia dei redditi). Nel frattempo, lo studio Tasini-Mainardi che lo aveva seguito dal primo momento, gli inviò la parcella: quasi 2 milioni di euro. E se non pagava, sarebbero scattati i pignoramenti. Compresa la moto su cui correva.

Apriti cielo, visto che Rossifumi aveva già versato in totale un milione di euro di parcella ai due professoroni. Così nel 2011 nasce un nuovo fronte di guerra a carte bollate che si è concluso solo ieri. Conto totale per Vale: 35 milioni per il Fisco, 1 milione e settecento mila per i consulenti, più le proprie spese legali. Londra è sempre stata cara, ma per Vale è scattato un ritocco delle tariffe.