Marmolada, i dubbi del pm: "Crollo prevedibile? Forse sì"

Raimondi: "Gli scienziati diranno perché è precipitato quel fiume di ghiaccio"

Le ricerche sul ghiacciaio

Le ricerche sul ghiacciaio

Strage della Marmolada e domande da mettere in fila, mentre le vittime accertate salgono a 9, con gli ultimi due ritrovamenti grazie ai droni. La prima: perché si è formata quella massa d’acqua? "Cercheremo la risposta dagli scienziati, un glaciologo e un esperto di idraulica – pesa le parole il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi –. Perché i ghiacciai di solito si restringono, non si allargano. E non è nevicato. Dalla risposta a questa domanda avremo una strada da percorrere per capire se il crollo di domenica era prevedibile o no. Se era prevedibile, non è detto ci siano negligenze".

È stato il giorno del vertice. Un incontro con gli investigatori – da ieri è in campo anche il Ris di Parma – e una precisazione doverosa: "Non voglio illudere le famiglie delle vittime – mette in chiaro Raimondi –. In questo momento non c’è un agnello sacrificale da dare in pasto all’opinione pubblica". Però restano gli interrogativi. Il procuratore usa questa immagine: "Mi trovo davanti a una stanza con tante porte chiuse, le devo aprire per capire". Ci può essere qualcosa o no. Oggi non è possibile saperlo.

Intanto ieri mattina Raimondi ha dato incarico di acquisire agli atti dell’inchiesta anche il video trasmesso dalla Rai sabato 2 luglio. Immagini del ghiacciaio con un’intervista all’esperto Cristian Ferrari. Un approfondimento sui cambiamenti climatici a poche ore da una tragedia inaudita. Saranno poi ascoltati testimoni, ancora da individuare. Sintesi del momento: "Ad ora siamo ancora nel campo dell’imprevedibilità", precisa il procuratore. In questa storia manca ancora un tassello fondamentale: il recupero dei corpi, la completa identificazione delle vittime. A questo si vuole dare priorità massima.

Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ieri a metà pomeriggio traccia questo bilancio: con gli ultimi due ritrovamenti il conto delle vittime sale a 9, solo 4 sono state riconosciute dai familiari. Restano 5 dispersi che hanno tutti un nome e un cognome. Quindi ancora oggi non è possibile rispondere alla domanda: quante vittime ha provocato il crollo sul ghiacciaio della Marmolada, alle 13.45 di domenica 3 luglio?

Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, fa sapere che dalla mattinata è al lavoro "una squadra nostra su due siti di Canazei per acquisire i prelievi biologici dai tessuti delle salme, dei resti non identificati. Parallelamente sono in via di acquisizione i campioni di riferimento o dei soggetti reclamati dalle famiglie, quindi presunti scomparsi, o dei familiari biologicamente riferiti agli stessi. Poi, nel tempo più rapido possibile, porteremo tutti i campioni nei laboratori a Parma e procederemo all’estrazione dei profili del DNA e all’identificazione delle salme". Un lavoro complesso, che potrebbe richiedere settimane.

E cosa risponde il presidente Fugatti alle famiglie delle vittime, c’è chi si è chiesto: perché non li hanno fermati? "Come abbiamo detto subito dopo il crollo, si è trattato di un evento unico, straordinario. Di questo si è trattato".