Giovedì 18 Aprile 2024

Covid, i maestri di sci in Val Senales: "I ragazzi dicono che qui dimenticano la paura"

Sul Ghiacciaio impianto aperto come Solda. Gli istruttori: "Qui si rispetta la sicurezza". Le incognite sulla stagione invernale

Martin Corradini

Martin Corradini

Ghiacciao della Val Senales (Bolzano), 28 ottobre 2020 - “Quando veniamo qua, dimentichiamo la paura che abbiamo a casa nostra. Questo mi ripetono tutti. Anche perché è normale proteggersi per sciare. Scaldacollo tirato su, guanti e non solo mascherina. Poi il nostro non è uno sport da contatto, stai distante. Lavoro con centinaia di ragazzi e bambini da tutta Italia e da ogni parte del mondo. Giapponesi, canadesi, svedesi, americani. Naturalmente gli atleti della Nazionale, maschile e femminile, le ragazze che hanno vinto a Solden si sono allenate qua. E quando arrivano mi dicono tutti proprio questo, che si sentono rinascere. Liberi”.

Silvia Fontanive
Silvia Fontanive

Silvia Fontanive, 49 anni, maestra di sci della Valle Aurina, lavora per il marketing del ghiacciaio in Val Senales (Bolzano). Sa bene che queste parole hanno un significato speciale per noi italiani, in questo periodo buio di divieti anti-Covid. Qui è pieno di 14-18enni, quelli che Conte ha messo a casa, con la didattica a distanza. “Arrivano con i loro sci club, si allenano per 3-4 giorni”. Sì, ma domani? Potrà durare questa liberalità dell’Alto Adige, per ora garantita dall'ordinanza di Arno Kompatscher? Impianti aperti  solo qui e a Solda, ovunque chiuso... Fontanive non ha dubbi: “Io penso di sì. Tutti si attengono ai regolamenti. Non è più o meno pericoloso di un autogrill, una metropolitana o un bus. In funivia si sta dentro sette minuti con mascherina, guanti, occhiali. Non è piena e non c’è il sali e scendi dei trasporti. Già da 10 anni lavoro per un programma di sicurezza e prevenzione sulle piste da sci. Devo dire che da un mese e mezzo ossservo come sta andando e non ho avuto un attimo di paura. Nemmeno per i miei familiari che sono qui a sciare”. 

Ma guardando al futuro? Come sarà la stagione invernale, che vuol dire anche tanti posti di lavoro. Martin Corradini di Brunico, direttore tecnico maestri di sci dell’Alto Adige, è il primo a chiederselo e non ha ancora una risposta. “Ad oggi non sappiamo come potrà andare”. Intanto pensa a far rispettare le regole  anti Covid. "Allenamenti in gruppi di cinque, distanziamento garantito, mascherina sempre. Niente più aula o al massimo lezioni individuali. Tutto il resto, su zoom". C’è una cosa che il virus non ha piegato, la passione. Qui è contagiosa, la vedi ovunque. Anche salendo lungo la valle, per strada incroci Johanna, 25 anni, austriaca, che si allena con ski roll ai piedi, specialità dei fondisti e degli atleti del Biathlon. Poi capisci perché queste montagne sono la patria della campionessa Dorothea Wierer. Disciplina (e libertà). 

Dorotea Wierer
Dorotea Wierer