Vaiolo delle scimmie: sintomi, chi rischia e come si trasmette. L'ultimo rapporto Iss

Tutte le informazioni "cosa sappiamo" sul nuovo virus Mpx diffuse dall'Istituto superiore di sanità

Epidemia di vaiolo delle scimmie o monkeypox (Ansa)

Epidemia di vaiolo delle scimmie o monkeypox (Ansa)

Roma, 23 luglio 2022 - L'Oms ha dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza sanitaria globale. È la massima allerta sanitaria che finora è stata decisa dall'Organizzazione mondiale della sanità altre sei volte: nel 2009 con l’epidemia di influenza H1N1, nel maggio del 2014 per la poliomielite, nel 2014 e nel 2019 per i nuovi focolai del virus Ebola, nel 2016 per il virus Zika e quindi nel 2020 per il coronavirus del Covid-19. Sul vaiolo delle scimmie, o monkeypox (Mpx), è stato pubblicato dall'Istituto superiore di sanità un comunicato, aggiornato al 21 luglio, su "cosa sappiamo" del nuovo virus.

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Sommario

 

Situazione in Europa e soggetti più a rischio

Dall'inizio di maggio al 7 luglio sono stati segnalati casi di Mpx in 26 paesi dell'Ue e dello Spazio Economico Europeo (4.908 casi). Nell'epidemia attuale nei paesi non endemici la maggior parte dei casi è stata identificata nei maschi tra 18 e 50 anni, principalmente in Msm (men who have sex with men). Particolari pratiche sessuali hanno facilitato la trasmissione del Mpx tra gruppi Msm con partner multipli, tuttavia potenzialmente sono possibili casi di trasmissione in altri gruppi di popolazione. In base alle evidenze riportate la probabilità che il Mpx si diffonda in network di persone che hanno partner sessuali multipli è considerata alta, mentre quella di diffusione nella popolazione generale è molto bassa.

 

Come si trasmette?

Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona. La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori). Nell'epidemia in corso, i dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi.

 

Quali sono i sintomi?

Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Fino a questo momento la maggior parte dei casi ha avuto sintomi lievi con un decorso benigno. Tuttavia, il vaiolo delle scimmie può causare una malattia più grave soprattutto in alcuni gruppi di popolazione particolarmente fragili quali  bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse.

 

Il vaccino contro il vaiolo protegge? 

È possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione con il monkeypox per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox. Nell’attuale contesto epidemiologico non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. La vaccinazione post-esposizione (idealmente entro 4 giorni dall'esposizione) può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici.

 

Prevenzione e cosa fare in caso di contatto o di sintomi

Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto stretto con persone con sintomi (febbre, rigonfiamento dei linfonodi, lesioni cutanee in particolare vescicole o croste). Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni. Secondo l'ultima circolare del ministero della Salute: "I contatti devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi riferibili a MPX per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. Segni/sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, mialgia, mal di schiena, eruzione cutanea e linfoadenopatia. I contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno. I contatti asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. Durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti di caso Mpx devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni".