Vaiolo delle scimmie, i primi sintomi: febbre e mal di testa. Domande e risposte

Diagnosi allo Spallanzani su un giovane di ritorno dalle Canarie. "Sì al monitoraggio, no a paure irrazionali"

Vaiolo delle scimmie: controlli in aeroporto a Jakarta (Ansa)

Vaiolo delle scimmie: controlli in aeroporto a Jakarta (Ansa)

Desta preoccupazione la comparsa di casi isolati di vaiolo delle scimmie. Il primo in Italia è stato identificato allo Spallanzani di Roma. "Si tratta di un giovane adulto di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie che si era presentato al pronto soccorso – annuncia l’istituto –. Altri due casi sospetti sono in fase di accertamento". Ministero e Istituto superiore di sanità hanno attivato la rete dei medici sentinella. Le amministrazioni regionali sono state allertate al fine di tracciare in sequenza la geografia dei contagi. L’esperienza del Covid-19 insegna: mai sottovalutare o minimizzare, ma niente panico.

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Che virus è?

Si tratta di un Poxvirus, della stessa famiglia del vaiolo, ma si differenzia da questo perché molto meno contagioso, con un andamento generalmente benigno. Parliamo di una malattia tropicale tipica dell’Africa occidentale, con una predilezione per il bacino del Congo. Del tutto assente il riscontro di un legame in conseguenza di viaggi esotici, nelle persone colpite in questi giorni: probabilmente il virus, complici i mutamenti climatici, si sta adattando alle nostre latitudini.

Dobbiamo temere un'epidemia?

"Negli ultimi trent’anni, da quando abbiamo conoscenze di diffusione dall’animale all’uomo - spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali - abbiamo registrato solo casi sporadici. La situazione va tenuta sotto controllo, senza alimentare paure irrazionali".

Come si trasmette?

Gli infettivologi ritengono che il serbatoio del virus (isolato per la prima volta nel macaco di Giava, scimmia imparentata con il babbuino) sia localizzato nei piccoli roditori. L’agente eziologico ora si trasmette da una persona all’altra attraverso la saliva e i fluidi corporei. Pare tenda a propagarsi per stretto contatto interumano, tramite rapporti sessuali, senza escludere la comunità gay bisex.

Che cosa provoca?

I sintomi ricorrenti sono febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi ingrossati, stanchezza. Una caratteristica tipica di questo vaiolo delle scimmie sono anche le manifestazioni cutanee, come vescicole sui genitali e piccole croste disseminate sulla superficie corporea. Secondo Marco Falcone, infettivologo all’Università di Pisa, le manifestazioni iniziali possono mimare una sindrome influenzale.

Precauzioni da prendere?

L’intimità e la condivisione di effetti personali che comportano scambio di fluidi corporei favoriscono la trasmissione del virus, specialmente se sono presenti lesioni della cute o delle mucose (genitali e cavo orale).

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La vaccinazione servirebbe?

L’Organizzazione mondiale della sanità ha ricordato che il vaccino antivaiolo è efficace anche contro il vaiolo delle scimmie: i più anziani sono quindi coperti, ma non i più giovani. "Siccome le giovani generazioni dall’81 non vengono più vaccinate contro il vaiolo, l’immunità di comunità è calata. L’Oms aveva proclamato allora la scomparsa del vaiolo dalla faccia della Terra, proprio grazie alle vaccinazioni di massa", spiega l’immunologa Antonella Viola. Un vaccino e un trattamento specifico (tecovirimat) contro il vaiolo delle scimmie sono stati approvati nel 2019 e nel 2022 ma, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili.

Come regolarsi in caso di malessere?

La raccomandazione è quella di rivolgersi al medico di fiducia nel caso in cui si avvertano sintomi specifici, con comparsa di vescicole sulla pelle, specie se accompagnate da dolori muscolari, febbre o cefalea. I segni in genere si attenuano spontaneamente in una decina di giorni, stando a riposo, anche senza terapia. Roberto Parrella, vicepresidente della Simit, riferisce che dopo il primo caso visto allo Spallanzani (un uomo di ritorno dalle Canarie) risulta ci siano altri in osservazione. La prevenzione è importante, occorre evitare il contatto con persone con febbre e lesioni cutanee. Sicuramente questo virus può essere trasmesso tramite contatto sessuale.