Vaiolo delle scimmie, morto il primo italiano. Allarme dei virologi: "Già più di 700 casi"

Il 50enne deceduto a Cuba era un comandante dei carabinieri. Quasi tutti uomini i contagiati, dall’Ema ok alle vaccinazioni. E l’Oms avverte: "Dobbiamo fermare i possibili focolai"

Germano Mancini

Germano Mancini

Roma, 24 agosto 2022 - La catena dei contagi da vaiolo delle scimmie si allarga a macchia d’olio. Sono saliti a 714 i casi confermati di ’monkeypox’ in Italia. L’ultimo bollettino del ministero evidenzia un incremento collegato al rientro dai viaggi all’estero: età media dei contagiati 37 anni, in larga parte turisti di sesso maschile. Le donne colpite dal virus sono solo dieci. La Lombardia è la regione che paga il tributo maggiore, seguono il Lazio, l’Emilia-Romagna e via via le altre. Le autorità sanitarie internazionali, visto l’andamento, prospettano l’opportunità di procedere a vaccinazioni mirate.

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I contagi

Da un mese a questa parte l’Organizzazione mondiale della sanità ha proclamato una emergenza globale. Al momento, ha precisato il direttore Tedros Adhanom Gebreyesus, l’epidemia di monkeypox appare concentrata tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con più partner dello stesso sesso. "Questi focolai – ha aggiunto il direttore dell’Oms – possiamo ancora fermarli con le giuste strategie nei gruppi giusti, senza per questo creare stigma e discriminazioni, che possono essere pericolosi come qualsiasi virus". Gli studi in corso devono ancora chiarire in che misura esiste la possibilità di contagio attraverso vie diverse dai rapporti fisici e in soggetti asintomatici. L’infettivologo Matteo Bassetti dell’università di Genova, appresa la notizia del primo decesso di un italiano a causa del vaiolo delle scimmie, ha rilanciato su Facebook l’appello a vaccinazioni mirate, condivise dall’Oms: "Lo sostengo da maggio che si tratta di un’infezione tutt’altro che blanda. Quando i numeri crescono così violentemente può succedere che ci siano casi gravi, anche mortali. L’unico modo per proteggerci? Prevenzione e vaccinazione, da destinare subito a giovani uomini omosessuali tra i 18 e i 45 anni". All’Istituto Spallanzani di Roma più di mezzo migliaio di persone sono state vaccinate, altri saranno convocati nelle settimane a venire. "I dati preliminari – ha precisato il direttore del nosocomio, Francesco Vaia – indicano che oltre il 90% delle persone vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo hanno anticorpi che reagiscono contro il virus del vaiolo delle scimmie: una risposta immunitaria forte e duratura, anche a distanza di tanti anni, che può essere richiamata facilmente anche con una singola dose. Chi non ha ricevuto la vaccinazione in passato, e ha comportamenti a rischio, deve invece effettuare due dosi".

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La profilassi

L’Ema, agenzia europea dei medicinali, ha dato parere favorevole all’impiego del vaccino Imvanex, mediante iniezione intradermica. Si tratta di una dose inferiore rispetto alla fiala intera autorizzata alla somministrazione sottocute. Data la disponibilità limitata di vaccini, questa modalità di risparmio, una misura temporanea subordinata alle decisioni dei tecnici governativi, permette, a parità di efficacia, una maggiore copertura nella popolazione a rischio.

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