Vaiolo delle scimmie, Oms: "3.413 casi, +62% in un settimana". Le infezioni in Italia

L'epicentro dell'epidemia continua a essere l'Europa: "Non è da escludere un maggiore impatto sulla salute con una più ampia diffusione nei gruppi vulnerabili"

L'Oms ha diffuso il nuovo report sui casi di vaiolo delle scimmie (Ansa)

L'Oms ha diffuso il nuovo report sui casi di vaiolo delle scimmie (Ansa)

Roma, 28 giugno 2022 - Crescono i casi di vaiolo delle scimmie. Secondo il report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, al 22 giugno sono state censite 3.413 infezioni in aree dove la malattia non è endemica. L'aumento rispetto al dato della settimana scorsa (2.103) è del 62%.

Secondo gli ultimi dati del report dell'Oms, il vaiolo delle scimmie continua ad avere l'Europa come epicentro dell'epidemia: nel nostro continente infatti si registra l'86% dei casi (2.933). Il Regno Unito continua a essere il Paese con il maggior numero di infezioni (793) ed è seguito dalla Germania (521), dalla Spagna con 520 e dal Portogallo (317). La graduatoria dei casi di vaiolo delle scimmie in Europa prosegue con la Francia (277), Olanda (167) e l'Italia che con i suoi 85 casi accertati si trova quindi al settimo posto. Gli ultimi due casi nel nostro Paese sono stati riscontrati a Padova. Si tratta di due
 ragazzi giunti da Londra e Madrid con forme apparentemente lievi. Uno è 
stato ricoverato nel reparto di malattie infettive, mentre l'altro, dopo gli accertamenti e la profilassi del caso, è stato dimesso. Fuori del Vecchio Continente, il maggior numero di casi si registra in Canada (210) e Usa (142). L'Oms avverte che "è probabile che il numero sia sottostimato".

Secondo l'Oms, fra le cause che hanno portato a un aumento dei casi dell'epidemia di vaiolo delle scimmie c'è la mancanza di riconoscimento clinico precoce di un'infezione e la carenza di meccanismi di sorveglianza per una malattia precedentemente sconosciuta alla maggior parte sistemi sanitari. Inoltre, secondo le indicazioni del report dell'Oms, non è da escludere "un maggiore impatto sulla salute con una più ampia diffusione nei gruppi vulnerabili".


Nei giorni scorsi l'Oms ha concluso che l'epidemia per il momento non costituisce un'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC), tuttavia ha riconosciuto la natura di emergenza dell'evento e che il controllo dell'ulteriore diffusione di questo focolaio richiede un'intensificazione degli sforzi nella risposta. La situazione resta sotto stretto controllo ed è prevista una nuova valutazione nelle prossime settimane, quando saranno disponibili ulteriori informazioni sulle attuali incognite (ad esempio, periodo di incubazione, ruolo della trasmissione sessuale, ecc.), per determinare "se si sono verificati cambiamenti
significativi che potrebbero giustificare una riconsiderazione del loro consiglio", aggiunge l'Organizzazione Mondiale della Sanità.