Martedì 16 Aprile 2024

"Vadim e i crimini di guerra" C’è il primo russo alla sbarra

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di Giovanni Rossi

Queste cifre fanno paura. Tolgono il fiato. Rappresentano il dolore senza contenerlo. Sono già 10.700 i presunti crimini di guerra perpetrati dalle truppe russe in Ucraina. E ben 622 i soldati di Mosca denunciati per l’orrore sadicamente imposto alla popolazione civile. Per illuminare questa esplosione di follia, la procura di Kiev dovrà lavorare anni. Alle atrocità di Bucha, alle esecuzioni di Irpin, agli stupri seriali in molte aree conquistate, alle orribili torture inflitte casa per casa – già documentate persino da intercettazioni telefoniche –, ora si contrappone la notizia giudiziaria che simbolicamente inverte il flusso: il primo processo per crimini di guerra contro un soldato russo catturato.

Vadim Shishimarin, 21 anni, è accusato dall’ufficio della procuratrice Iryna Venediktova di tirassegno mortale contro un 62enne disarmato e in bicicletta il 28 febbraio nel villaggio di Chupakhivka, nella regione nordorientale di Sumy. Secondo la procura, il soldato russo stava viaggiando con altri quattro militari su un’auto rubata dopo che il loro convoglio era stato attaccato, quando ha abbassato il finestrino e, senza alcun motivo, ha deliberatamente ucciso il civile. Il sospetto assassino rischia l’ergastolo. Capi d’accusa: crimini di guerra e omicidio premeditato.

Con diligenza e solerzia proporzionali al reato, Kiev sta acquisendo elementi risolutivi su un’altra vicenda sporca di questa guerra neppure dichiarata: definita con slogan volutamente bugiardo "operazione militare speciale". Un agghiacciante video ottenuto dalla Cnn inchioda i soldati russi per l’uccisione di due civili disarmati in una concessionaria di veicoli saccheggiata nei pressi di Kiev. Il duplice omicidio, avvenuto il 16 marzo e immortalato dalle videocamere di sorveglianza, adesso è agli atti della procura. Nel video si distinguono il proprietario della concessionaria e l’anziano sorvegliante che, dopo aver parlato pacificamente con gli occupanti, sono freddati con una raffica alla schiena. Il proprietario muore subito. Il sorvegliante 68enne si rialza e chiama i soccorsi. Invano. All’arrivo dell’ambulanza, non c’è più nulla da fare.

La serialità dei crimini russi accende anche il faro dell’Onu. Il Consiglio per i diritti umani vota a larga maggioranza (33 favorevoli e 2 contrari) l’apertura di un’inchiesta sulle "presunte gravi violazioni commesse dalle forze russe nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy" fra la fine di febbraio e marzo. Una pressione ulteriore perché Mosca cambi impostazione.