Mercoledì 24 Aprile 2024

Vaccino Covid, parte la caccia a medici e infermieri. In campo anche le agenzie del lavoro

Nella piattaforma di Arcuri si apre al privato, mancano all’appello 53mila sanitari. Il 27 dicembre via in tutta Europa alla profilassi anti virus

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Il 27 dicembre scatterà in tutta Europa il Vaccino Day e anche in Italia quasi 10 mila persone riceveranno la prima dose delle fiale Pfizer. Ma l’attenzione, più che alla prima fase dedicata principalmente agli operatori sanitari, è rivolta soprattutto alla campagna di vaccinazione di massa che richiederà il reclutamento di migliaia di medici e infermieri per essere pronti da febbraio all’operazione di immunizzazione di massa. Ed è proprio su questo fronte che potrebbero registrarsi ostacoli non di poco conto: il commissario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, non a caso ha lanciato una piattaforma per le candidature e un bando per affidare alle agenzie private per il lavoro il compito di contrattualizzare e gestire circa 15 mila assunzioni di 3 mila medici e 12 mila infermieri e amministrativi da destinare ai padiglioni per la vaccinazione.

Centri per l’impiego pubblici, navigator e Asl sono stati esclusi in partenza perché reputate incapaci di riuscire nella missione. Il problema, in realtà, non riguarda tanto il personale medico, ma la carenza degli infermieri. Alla piattaforma di Invitalia, a due giorni dall’avvio, risultano iscritti oltre 12 mila candidati, ma di questi circa 7 mila sono medici, 2 mila sono operatori socio-sanitari e solo 3 mila sono infermieri. "Gli infermieri mancano, non ce ne sono più – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione degli ordini degli infermieri - La carenza era già nota da anni: ne mancano circa 53mila. Dunque, per quanto riguarda il bando per le vaccinazioni anti-Covid, il bacino da cui attingere per la nostra professione è sicuramente quello dei 60mila libero professionisti e dei pensionati ‘freschi’, che sono circa 11-15mila, ma le modalità di impegno non sono delle migliori e spesso non invogliano i professionisti, non solo infermieri, a farsi avanti".

Il problema, dunque, è al netto nei numeri. "La carenza di personale infermieristico è una questione antica, non nasce con l’emergenza pandemica, solo ora si avverte ovviamente di più – osserva infatti Alessandro Ramazza, Presidente di Assolavoro, l’associazione delle agenzie per il lavoro –. Già da marzo scorso le Agenzie sono in prima linea su tutti i fronti esposti alla crisi, cercando di sopperire con i propri servizi alle esigenze nel settore sanità e non solo. Ora vi è questo bando di Invitalia che, come già in altre situazioni emergenziali in passato, chiede alle Agenzie di fare uno sforzo straordinario, in virtù del know how specialistico maturato in oltre 20 anni di attività e nella riconosciuta capacità di rispondere per tempo alle esigenze dei vari settori di attività. Non è un obiettivo semplice e già si prefigurano alcune criticità, ma in ogni caso le Agenzie faranno la propria parte, come sempre, cercando di dare il meglio per un obiettivo che ha una forte rilevanza e valenza sociale per l’intera comunità".

Dunque, gli operatori privati sono pronti a svolgere la loro parte. "La scelta di selezionare delle Agenzie per il lavoro invece dei servizi pubblici per l’impiego o di Anpal Servizi con i (tristemente) noti navigator – spiega Emmanuele Massagli, Presidente di Adapt, il centro studi fondato da Marco Biagi – è da ricercarsi nella tipologia contrattuale reputata adeguata per l’operazione: la somministrazione di lavoro. Il commissario non ha scelto di usare un ordinario contratto a tempo determinato perché è conscio che il processo si sarebbe perso in un mare di burocrazia, norme concorsuali, anticorruzione, contenziosi e tentativi successivi di stabilizzazione che avrebbero reso impossibile una attivazione tempestiva della campagna di vaccinazione".