ArchiveCovid, vaccino Johnson & Johnson: come funziona il siero monodose approvato dalla Fda

Covid, vaccino Johnson & Johnson: come funziona il siero monodose approvato dalla Fda

Già a fine luglio aveva dato prova di una "forte risposta immunitaria". E basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26)

Covid, una confezione di vaccino Johnson & Johnson (Ansa)

Covid, una confezione di vaccino Johnson & Johnson (Ansa)

Roma, 28 febbraio 2021 - Nella penuria di vaccini anti Covid - è arrivato solo un terzo delle dosi previste - l'Italia ora punta sul siero della Johnson & Johnson, appena approvato dalla  Food and Drug Administation degli Stati Uniti.

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Ma come funziona questo nuovo vaccino monodose? Già a fine luglio aveva dato prova di una "forte risposta immunitaria" e uno studio pubblicato su Nature rivelava che il vaccino - basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26) - aveva indotto una forte risposta immunitaria come provato dagli "anticorpi neutralizzanti", riuscendo a prevenire infezioni successive e proteggendo completamente o quasi completamente dal virus i polmoni di primati non umani (NHPs) nello studio pre-clinico.

Era stato grazie a questi dati che era stato poi avviato un trial clinico su volontari sani negli Stati Uniti e in Belgio. "Il nostro vaccino contro il Sars-Cov-2 ha dato luogo a una forte risposta anticorpale e ha fornito una protezione completa o quasi completa con una singola dose", aveva sottolineato Paul Stoffels, M.D., Vice Presidente del Comitato Esecutivo e Chief Scientific Officer di Johnson & Johnson, sottolineando la peculiarità del siero prodotto dall'azienda rispetto a tutti gli altri: essere pienamente efficace con una sola dose.

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La rete di produzione J&J

Una produzione di vaccini che parte dal New Jersey e arriva in Belgio, passando dall'Olanda e dall'Italia: è la rete industriale su cui poggia la Johnson & Johnson, il terzo gruppo farmaceutico pronto con un vaccino anti-Covid approvato dalla Fda. Il quartier generale è a New Brunswick, nella piana industriale dello Stato del New Jersey, a meno di 80 chilometri da New York, ma è tra Massachusetts e Europa che il vaccino è nato. Tre sono i luoghi chiave: il centro di ricerca Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, dove i ricercatori hanno lavorato in sinergia con quelli del centro vaccini Janssen Pharmaceutical di Beerse, in Belgio, e del Centro biologico Janssen di Leiden, in Olanda, a cinquanta chilometri da Amsterdam. In questo triangolo si sono concentrate le tre fasi obbligatorie di sperimentazioni del vaccino sui volontari.

Ma la seconda fase, quella operativa, ha visto l'allargamento della rete. Per aumentare la produzione l'azienda americana ha stretto dal 2020 una partnership con la Catalent, che ha sede in New Jersey. L'accordo prevede che una parte della produzione dei vaccini venga fatta in Usa e in Italia, nello stabilimento di Anagni della Catalent, in provincia di Frosinone. 

Un altro accordo, per la produzione quinquennale di vaccini, è stato siglato con la Emergent BioSolutions, i cui stabilimenti si trovano in Maryland. La società farmaceutica francese Sanofi ha inoltre offerto a J&J il proprio stabilimento di Marcy l'Etoile per la produzione del vaccino Janseen (controllata J&J) ad un ritmo di 12 milioni di dosi al mese. Un quarto vaccino potrebbe arrivare a breve: Sanofi e GlaxoSmithKline hanno annunciato la sperimentazione su 720 adulti. Se la risposta sarà incoraggiante, le prime dosi potrebbero essere disponibili da ottobre.