Vaccino influenzale, è bufera sulla Lombardia

L’allarme dei medici: non ci sono abbastanza dosi gratis, costretti a selezionare i pazienti. L’assessore: campagna al via da metà ottobre

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È allarme sulle scorte dei vaccini antinfluenzali, soprattutto in Lombardia. La regione in cui vive un italiano su sei è stata la prima e la più colpita dalla pandemia, con 108.666 contagiati e 16.973 morti. E l’importanza dell’antinfluenzale i lombardi l’hanno sperimentata nei mesi dell’emergenza, quando solo il 40% dei sintomatici messi in isolamento, si è poi scoperto, aveva gli anticorpi del Coronavirus.

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Nel 2019 si era vaccinata solo la metà dei lombardi che ne avevano diritto gratis; ma la pandemia ha trasformato l’antinfluenzale in bene conteso sul mercato globale, la sanità pubblica l’ha contingentato per offrirlo ai bambini da 6 mesi a 6 anni e agli over 60, e l’incertezza sulla disponibilità di vaccini ora galoppa. Soprattutto in Lombardia.

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Cgil, Cisl e Uil dei pensionati hanno scritto all’assessore al Welfare Giulio Gallera, "preoccupate" dallo "scambio di dichiarazioni contradditorie tra la Regione e altri soggetti coinvolti nella campagna antinfluenzale sulla copertura efficace della popolazione anziana e fragile". Ad esempio il presidente ricandidato dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi, che da tempo segnala la mancanza di vaccini a pagamento in farmacia, in un’intervista a Open esprime il timore che un arrivo scaglionato delle dosi gratis costringa i medici di base a "fare selezione tra i pazienti". E sono volati gli stracci tra Gallera e il sindaco di Milano Beppe Sala, dopo che al Comune non è stata rinnovata la convenzione che gli permetteva di offrire il vaccino ai suoi dipendenti. Sin dall’estate l’opposizione di centrosinistra accusa la Regione di cattiva gestione delle gare per l’antinfluenzale, partite a febbraio al prezzo dell’anno scorso e in parte andate a vuoto.

Gallera ieri ha ripetuto che la campagna partirà "subito dopo la prima metà di ottobre" tra palazzetti dello sport, palestre e centri civici, oltre agli studi medici. Assicura che la Regione potrà contare su "tre milioni di vaccini, il Veneto con 5 milioni di abitanti ne ha 1,2 milioni e così l’Emilia Romagna, noi con dieci milioni ne abbiamo già acquistati 2,4 milioni". Alle dosi già comprate – e pagate il doppio dell’anno scorso – l’assessore somma un altro mezzo milione di vaccini della decima gara in fase di aggiudicazione: 400mila prese a 26 euro, più altre 100mila a 11,99 euro opzionate ma ancora sub iudice da parte dell’Aifa. "Per l’insipienza della Giunta siamo con l’acqua alla gola", tuona la dem Carmela Rozza. In consiglio regionale è stata bocciata a maggioranza la mozione del radicale Michele Usuelli, che chiedeva di ripristinare la prassi di offrire l’antinfluenzale agli operatori degli ospedali privati "che erogano il 40% delle prestazioni sanitarie in Lombardia".

 

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