Vaccino, il virologo Clementi: "Stop ai test? Niente panico. Ora la cura c'è"

Il virologo del San Raffaele e l’emergenza sanitaria. "Non ci sarà un ritorno al dramma di marzo" "Conosciamo meglio l’infezione e il morbo è meno aggressivo. I cluster? Devono essere subito spenti"

Massimo Clementi

Massimo Clementi

"Lo stop alla sperimentazione del vaccino Oxford-Pomezia non mette una pietra tombale sulla possibilità di avere in futuro un siero efficace contro il Covid-19. Resto fiducioso, certo è che diventa sempre più importante sviluppare nuovi farmaci nella cura di una malattia che oggi siamo in grado di gestire meglio rispetto a sei mesi fa, quando i pazienti arrivavano già in condizioni disperate al pronto soccorso e avevamo oltre 4mila ricoverati in terapia intensiva". La notizia negativa, proveniente dai laboratori inglesi, non toglie il sonno al professor Massimo Clementi, direttore di Microbiologia e Virologia all’Ospedale San Raffaele di Milano, che anzi sottolinea come "quanto sia successo dimostri la sicurezza dei processi di ricerca in corso". Vaccino o meno, il contesto epidemiologico è più favorevole, "il virus sarà anche sempre lo stesso, come sostengono alcuni miei colleghi, ma si sta adattando all’uomo, è meno patogeno".

Arriva il test salivare rapido

Come lo si combatte negli ospedali?

"Nonostante a suo tempo abbia denunciato la carenza dei governi e della comunità scientifica nell’approntare medicinali specifici contro nuove possibili infezioni, dopo l’epidemie di Sars (2003) e Mers (2013), nella lotta al Coronavirus abbiamo la fortuna di poter contare sul Remdesivir. Si tratta di un antivirale usato originariamente per l’Ebola".

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Al San Raffaele lo state somministrando anche all’ex premier, Silvio Berlusconi?

"Sì, questo farmaco garantisce ottimi risultati, se impiegato precocemente, cioè nella fase in cui inizia la replicazione del virus nell’organismo".

Abbiamo anche altre armi nella guerra al Covid-19?

"Studi scientifici, condotti qui al San Raffaele, evidenziano risultati promettenti dall’impiego dell’Interferon, un medicinale prescritto nel trattamento della sclerosi multipla. Altri ricercatori stanno sperimentando molecole differenti, perché a monte c’è la necessità d’implementare il nostro armamentario. Magari saranno farmaci che non ci serviranno nell’immediato, ma è utile averli nel cassetto".

È preoccupato per l’autunno ormai dietro l’angolo?

"No, resto fiducioso che non avremo una nuova ondata di contagi come lo scorso inverno, anche se gli incrementi di questi giorni potevano essere evitati, disincentivando viaggi nell’Est Europa che è una zona a rischio. Dobbiamo mettere in conto che nei prossimi mesi scoppieranno dei cluster, che sarà fondamentale spegnerli nel più breve tempo possibile, tuttavia oggi conosciamo meglio questo virus".

Cosa ne pensa della sicurezza sanitaria nelle scuole, a breve riapriranno i battenti?

"Trovo saggia l’idea delle cosiddette bolle nei nidi e nelle materne, mi lascia più perplesso, invece, la riapertura degli istituti primari e secondari che saranno chiusi pochi giorni dopo per le elezioni e quindi sanificati. Serviva più lungimiranza".

Sul punto è d’accordo con l’infettivologo Massimo Galli, capofila dei rigoristi...

"Almeno su questo, come sulla necessità di ripristinare la figura del medico scolastico, siamo sulla stessa lunghezza d’onda".

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