Vaccino e soggetti a rischio, ecco i consigli. E sulla pillola si indaga ancora

Patologie e complicanze, l’ematologa: chi è incline a trombosi consulti il medico prima dell’iniezione

Vaccinazione anti Covid

Vaccinazione anti Covid

"C’è sempre una distinta possibilità" di eventi tromboembolici "per le donne che assumono la pillola anticoncezionale. Indagheremo il legame tra l’uso della pillola e la possibilità di un aumento dei rischi di casi avversi per chi viene vaccinato". Lo ha detto la presidente del comitato per la farmacovigilanza dell’Ema, Sabine Straus. Non fuga tutti i dubbi dunque l’Ema. Sebbene i vertici della Società Italiana della Contraccezione ribadiscano che "la pillola contraccettiva non ha effetti dannosi sulla salute delle donne". Questo uno dei tanti interrogativi che vengono alla ribalta in queste ore.

Bollettino Covid del 19 marzo

Si discute di vaccini, varianti, rischio trombosi, l’indicazione dell’Ema è stata quella di aggiornare il foglietto illustrativo, inserendo queste ulteriori avvertenze. Le notizie di cronaca hanno creato disorientamento, l’opinione pubblica è esasperata da mesi di pandemia, ha paura dei contagi, ora che sono arrivati i vaccini c’è chi ha paura persino di quelli e rimanda l’appuntamento, con buona pace di quanti vorrebbero farlo e non vedono ancora arrivare il loro turno.

Le donne che prendono la pillola possono essere vaccinate?

La Società Italiana della Contraccezione esclude effetti collaterali. "Il rischio tromboembolico è già stato oggetto di valutazione da parte del comitato di farmacovigilanza dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali ha concluso che i benefici dei contraccettivi orali nel prevenire le gravidanze indesiderate sopravanzano i loro rischi. "Studi internazionali hanno inoltre dimostrato un effetto protettivo della pillola contro il tumore dell’ovaio", ricordano i ginecologi. Un’altra voce improntata alla fiducia è venuta ieri dalla professoressa Gloria Taliani, ordinario di malattie infettive all’Università di Roma, La Sapienza, che in collegamento con Mondosanità ha invitato tutti indistintamente a vaccinarsi contro il Covid-19, incoraggiando nella fattispecie le donne, anche quelle che prendono la pillola.

Chi soffre di trombosi e segue una cura, può essere vaccinato?

Esistono elementi predisponenti alla trombosi che sono indipendenti dall’assunzione di farmaci o vaccini, come fumo, obesità e sovrappeso, familiarità o eventi vascolari pregressi. Tutti fattori che vengono vagliati dallo specialista prima della prescrizione del vaccino, attraverso un’accurata anamnesi personale e familiare. Quindi nei casi dubbi è lecito chiedere un consiglio al proprio medico riguardo alle avvertenze, dopodiché affidarsi con fiducia alla vaccinazione. Questa una delle considerazioni del professor Sergio Coccheri, già ordinario di malattie cardiovascolari all’Università di Bologna, nel question time condotto da Clara Nebiolo. La trombosi è un meccanismo, non una malattia, e si può esprimere in distretti anatomici diversi.

Come regolarsi nei casi a rischio?

I casi di trombosi segnalati a poca distanza del vaccino di AstraZeneca, "possono essere una coincidenza temporale – sottolinea da parte sua Lidia Rota Vender, ematologa, presidente di Alt (Associazione per la lotta alla trombosi) – non dobbiamo dimenticare che ogni anno in Italia si segnalano 600mila casi, e 200mila persone muoiono per le conseguenze di trombosi". Chi ha già avuto un precedente episodio, o presenta una mutazione in alcuni fattori della coagulazione, come il fattore V di Leiden o II della protrombina e ha già fatto la prima dose di vaccino può stare tranquillo – sottolinea Rota Vender – anche chi deve fare la seconda dose può stare tranquillo". Chi invece ancora non ha fatto il vaccino e presenta questi fattori di trombofilia, conclude, "può sentire il proprio medico curante per una valutazione del proprio profilo di rischio".

Quali altre fragilità richiedono attenzione?

Condizioni a rischio trombosi, afferma Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), si possono riscontrare nei pazienti oncologici che stanno effettuando la chemio, chi soffre di trombofilia, le persone affette da sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi, lupus o artrite reumatoide, obesità severa, i soggetti con fibrillazione atriale, le donne in gravidanza, e chi è costretto a immobilità forzata per molto tempo. "Al momento – precisa il professor Indolfi – i dati di eventi trombotici segnalati e seguiti temporalmente alla vaccinazione con le dosi di AstraZeneca non sono così stringenti da poter fare supporre che ci sia un rischio maggiore rispetto alla media generale. Putroppo molti nostri pazienti cardiopatici, preoccupati, stanno rifiutando la vaccinazione. Li invito invece a vaccinarsi perché i cardiopatici hanno rischi maggiori di complicanze e letalità se colpiti da Covid-19".

Quando si instaura la protezione?

Sulla base delle informazioni, il vaccino Pfizer protegge in parte dal Covid-19 dopo una decina di giorni dalla prima dose, ed è al massimo una settimana dopo la seconda dose. Moderna prevede due dosi a distanza di 4 settimane e la protezione risulta ottimale due settimane dopo la seconda dose. Infine, con AstraZeneca, la protezione inizia circa 3 settimane dopo la somministrazione della prima dose e persiste fino alla dodicesima settimana, quando deve essere somministrata la seconda dose di vaccino. Dal ministero della Salute è arrivato un via libera alla dose unica per chi ha passato il Covid, anche gli asintomatici, dopo un arco di tempo che varia dai 3 ai 6 mesi dalla malattia. La doppia dose verrà somministrata a chi presenta condizioni di immunodeficienza.