Vaccino italiano anti Covid, test allo Spallanzani. Prima dose a una 50enne

La donna: "Emozionata e orgogliosa, spero di essere utile". Vaia: "Se tutto va bene sarà disponibile in primavera"

Nicola Zingaretti e Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani (Ansa)

Nicola Zingaretti e Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani (Ansa)

Roma, 24 agosto 2020 - E' una romana di 50 anni la prima a sperimentare il vaccino anti-Covid tutto 'made in Italy' presso l'ospedale Spallanzani. Alla donna, che preferisce mantenere l'anonimato, è stata infatti somministrata la prima dose di GRAd-COV2 questa mattina alle 8.30. "Credo nella scienza italiana. Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo", ha detto la cinquantenne che fa parte dei 90 volontari su cui sarà testato il vaccino realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano grazie al finanziamento da 8 milioni di euro di Regione Lazio, ministero della Ricerca, ministero della Salute e Consiglio Nazionale delle Ricerche. "Mi auguro che la mia disponibilità - ha aggiunto la volontaria - possa essere d'aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri".

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"Sta bene la volontaria a cui questa mattina è stata inoculata la prima dose. Questa persona tornerà poi a casa e verrà monitorata per 12 settimane. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane",  ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. "Se tutto avviene nei tempi programmati, il nostro auspicio è che questo vaccino sia prodotto in primavera", ha aggiunto ricordando che i 90 volontari sono stati selezionati su oltre 7mila candidati e che "molti hanno detto che intendono devolvere il rimborso previsto alla ricerca".

"Ci vorranno almeno 24 settimane per completare fase 1 di sperimentazione sull'uomo vaccino. Poi passeremo alla fase 2 per la qual ci stiamo già preparando. Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile", ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito. "L'Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità. Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno 'io primà", ha aggiunto.

"Il vaccino italiano sarà pubblico e a disposizione di tutti coloro che ne avranno bisogno", ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, presente anche lui allo Spallanzani. "Crediamo molto nel vaccino bene comune, per questo abbiamo finanziato questo progetto pubblico".

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La sperimentazione

Il primo volontario ha ricevuto tramite iniezione intramuscolare la dose di vaccino, iniziando così l'iter che lo porterà nei prossimi mesi a sottoporsi a una serie di ravvicinati controlli periodici che serviranno ai ricercatori per verificare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino, nonché eventuali effetti collaterali. La sperimentazione, messa a punto da un team di ricercatori e clinici dello Spallanzani in collaborazione con ReiThera, sarà effettuata su novanta volontari suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuna delle quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale. Una parte della sperimentazione sarà effettuata presso il Centro Ricerche Cliniche - Policlinico G.B. Rossi di Verona. Se i primi risultati della fase 1 saranno positivi, entro la fine dell'anno potranno prendere il via le fasi 2 e 3, che saranno condotte su un numero maggiore di volontari anche in paesi dove la circolazione del virus è più attiva.

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