Vaccino Covid, Fda: "Il monodose Johnson&Johnson efficace contro casi gravi"

Appello dell'immunologa Antonella Viola perché venga approvato rapidamente anche dall'Ema. A Viggiù (Varese) si pianifica la vaccinazione di tutti i maggiorenni

Vaccini anti Covid (ImagoE)

Vaccini anti Covid (ImagoE)

Roma, 24 febbraio 2021 - Il vaccino anti-Covid della Johnson&Johnson è effice con una sola dose e fornisce una buona protezione "in particolare contro i casi gravi". Lo conferma un'analisi della Food and Drugs Administration (Fda), l'ente Usa preposto a dare l'approvazione a vaccini e medicinali. Il siero mostra, in un vasto studio clinico, di prevenire le affezioni da Coronavirus che conducono al ricovero o alla morte. Secondo i dati, il vaccino ha il 72% di efficacia negli Usa e il 64% in Sudafrica. Appare quindi più vicina l'autorizzazione definitiva dell'Fda al vaccino di J&J, che diventerebbe così il terzo approvato negli Usa. Il governo degli Stati Uniti è pronto a distribuire dai 3 ai 4 milioni di dosi già dalla prossima settimana.

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Immunologa Viola: date l'ok al vaccino J&J

E l'immunologa Antonella Viola lancia l'appello all'Ema affinché approvi rapidamente il siero di Johnson&Johnson perché "potrebbe davvero accelerare la campagna di vaccinazioni e fare la differenza. Si aspetta l'approvazione in Usa entro il fine settimana e poi speriamo che segua subito anche l'Europa".  I dati sono molto promettenti: "L'agenzia regolatoria americana Fda - sottolinea la scienziata - fa sapere che il vaccino Johnson & Johnson è sicuro ed efficace. Il vaccino è basato su adenovirus, ma in un'unica somministrazione. E' efficace all'85% nel prevenire la malattia severa, anche in zone in cui circolano le varianti. Considerando tutti i casi, anche i casi lievi e moderati. Per il momento sembra il migliore tra quelli analizzati nel Paese africano (Novavax e AstraZeneca). Sembra meno efficace negli over 60 con fattori di rischio".  "Per quanto riguarda la protezione dall'infezione asintomatica - prosegue Viola - i dati non sono abbastanza forti per potersi esprimere con certezza. I risultati indicano che c'è un'ottima protezione anche dall'infezione (74%), ma questo aspetto andrà chiarito meglio in futuro quando più dati saranno disponibili".

E anche il governatore del Lazio e leader Pd Nicola Zingaretti insiste sul punto: "E' importante la quantità dei vaccini, non posso che ripetere che bisogna batterci per il vaccino, è il bene comune. Bisogna mettere nelle condizioni le industrie farmaceutiche di produrli. Faccio un appello ad Ema ed Aifa per velocizzare l'autorizzazione a tutti i vaccini. Anche Sputnik e Johnson & Johnson", ha detto all'inaugurazione del nuovo centro vaccinale alla Nuvola all'Eur. 

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Viggiù zona rossa: vaccino a tutti i maggiorenni

"L'intera popolazione maggiorenne residente nel Comune di Viggiù sarà sottoposta a vaccinazione anti-Covid", annuncia l'Ats Insubria, ricordando che il Comune della provincia di Varese è stato inserito con ordinanza del 16 febbraio tra le 'zone rosse' e spiegando di avere "immediatamente messo in campo azioni straordinarie di prevenzione, dando avvio, con la collaborazione delle Asst, a uno screening di massa con tampone molecolare, così da isolare tempestivamente i casi positivi e fermare la diffusione del contagio". Quindi, a seguito di valutazioni effettuate con la Regione, "è stata definita una specifica strategia vaccinale che tiene in considerazione la particolare collocazione geografica di prossimità con la Svizzera e l'alta presenza di frontalieri che possono entrare più facilmente in contatto con varianti del virus".  La somministrazione del vaccino a Viggiù "prenderà avvio nei prossimi giorni. Saranno convocati gli over 80, poi a seguire la fascia da 66 a 79 anni e successivamente i soggetti tra 18 e 65 anni ", precisa l'Ats.

Garattini: dobbiamo essere autonomi

Sulla produzione in Italia dei vaccini Silvio Garattini, presidente dell'Istituto Mario Negri, spiega: "Il problema è sempre non averci pensato prima. Sapevamo fin da marzo che ci sarebbe stata in ballo la scoperta e la produzione dei vaccini, però non abbiamo fatto niente. Come invece hanno fatto altri Paesi che hanno attivato dei loro centri per la produzione". Garattini ha ricordato che "in Germania ne hanno attivati due, in Francia hanno attivato il centro della Sanofi Pasteur per ospitare Pfizer e produrne di più. Noi non l'abbiamo fatto, né abbiamo pensato a una strategia europea di produzione, e adesso ci troviamo in difficoltà. Secondo me dobbiamo però fare lo sforzo di migliorare le strutture che già esistono o di farne di nuove perché - non ci dobbiamo illudere - questo problema lo avremo per parecchio tempo. Quello dei vaccini - ha proseguito Garattini - è un problema molto importante per il quale anche noi dobbiamo cercare di essere autonomi. Se, come accadrà, non riusciremo nei prossimi anni a vaccinare Paesi a basso reddito, avremo varianti che circolano e che possono non essere sensibili a un determinato vaccino, come AstraZeneca non attivo sulla variante sudafricana. Ci dobbiamo preparare il più velocemente possibile. Di fronte a una tragedia del genere - ha concluso Garattini - c'è la possibilità di una licenza obbligatoria, usare il brevetto di altri non sarebbe la fine del mondo, ma una cosa dovuta".