Vaccino Covid di Pfizer: ok prima di Natale. Ma l'Italia resta un rebus

L’Agenzia europea del farmaco anticipa al 21 il giudizio sul siero. Berlino farà le prime iniezioni entro fine anno. Il governo mantiene l’inizio della campagna a metà gennaio. La maggioranza preme, caos sui punti di somministrazione

Domenico Arcuri (ImagoE)

Domenico Arcuri (ImagoE)

I primi europei saranno vaccinati contro il Covid-19 entro fine anno, forse addirittura prima di Natale. Ma nessuno di loro potrebbe essere italiano. Mentre in Inghilterra è avviata la campagna di vaccinazione e la Germania – paese con un numero di morti minore dell’Italia ma che da oggi entrerà in un lockdown duro – fa pressing per poter iniziare a iniettare prima del 25 dicembre il primo vaccino approvato dall’Ema, quello PfizerBioNTech, l’Italia rischia di arrivare in ritardo. Soprattutto dopo l’accelerazione da parte dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, sul via libera al vaccino Pfizer. Oggi il commissario all’emergenza Domenico Arcuri incontrerà i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli per la "riunione finale" sul progetto Primula.

Insomma, l’obiettivo è chiudere il piano vaccini. Nel frattempo la previsione della campagna di vaccinazione, ipotizzata dal governo per fine gennaio, è divenuta, quando tutti si affrettano, estremamente lontana. Tanto più che in Ue l’indicazione è quella di un avvio comune della vaccinazione negli Stati membri. La stessa Europa rischia di essere tra gli ultimi in un mondo, poi, dove Usa, Canada, Arabia Saudita, Russia, Giordania già vaccinano centinaia di persone al giorno. Ieri il quadro europeo è cambiato e i tempi si sono fatti ancora più stretti. Secondo il quotidiano tedesco Bild, infatti, l’Ema autorizzerà il vaccino Pfizer il 23 dicembre, in anticipo rispetto alla data stabilita del 29. Tutto fa pensare che il disco verde possa arrivare prima di Natale perché la stessa agenzia ha annunciato che convocherà una riunione per esaminare i dati su questo vaccino già il 21 dicembre. Sembra che la Germania voglia partire subito con la distribuzione, si parla del 26 dicembre o addirittura del 24.

L’Europa si sta dando una mossa.  E l’Italia? Di certo c’è in gioco la vita di migliaia di persone e, come la stessa maggioranza sussurra al governo, "non c’è un minuto da perdere", perché "se l’Ema accelera perché non dovrebbe farlo il governo italiano?".

Secondo uno studio dell’Università di Roma Tor Vergata vaccinando contro il Covid l’80% delle persone con più di 60 anni e prevedendo l’inizio delle vaccinazioni il 15 gennaio si potrebbero evitare in 9 mesi 17.000 decessi e veder dimezzati i posti occupati nelle terapie intensive e nei reparti ospedalieri. Iniziando un mese prima gli effetti benefici sarebbero ancora più potenti. Ma c’è da velocizzare l’organizzazione dei punti per la somministrazione del vaccino e da chiarire quando, esattamente, arriveranno le 28 milioni di dosi di vaccino previste per il primo trimestre del 2021 e se qualcosa potrà arrivare prima della fine dell’anno.

Nella prima fase, poi, saranno solo 300 i luoghi di somministrazione del vaccino Pfizer, perlopiù ospedali per le caratteristiche di conservazione del prodotto vaccino. Sono pronti gli ospedali? Si sa che a differenza del vaccino anti-influenzale l’acquisto delle dosi è centralizzato e non saranno le Regioni a doversele procurare. Ma anche in realtà, come la Toscana e l’Emilia Romagna, dove non ci sono deficit strutturali sulla sanità, i tempi non sembrano brevi. Si vaccineranno prima gli operatori sanitari e le Rsa ma se la prenotazione va fatta entro i prossimi due-tre giorni, per la somministrazione si parla ancora di gennaio.