Vaccino Covid: atteso oggi l'ok europeo ad AstraZeneca. L'Italia investe su Reithera

Ottanta milioni di euro per il farmaco prodotto da Reithera e sviluppato con lo Spallanzani: potrebbe essere approvato a fine giugno. Governi in pressing sulle case farmaceutiche. La francese Sanofi aiuterà Pfizer a produrre 100 milioni di dosi a partire da luglio

Uno dei tecnici di Reithera al lavoro sul vaccino per contrastare il Coronavirus

Uno dei tecnici di Reithera al lavoro sul vaccino per contrastare il Coronavirus

Forse già oggi l’Ema darà l’ok al vaccino di AstraZeneca. Sarebbe un passo importante, ma che non garantisce che i vaccini arriveranno nei tempi e nelle quantità stabilite. Nel grande gioco dei vaccini che è scosso dagli insistenti sospetti che alcune compagnie abbiano dato ad altri Paesi le dose promesse all’Europa, conforta che il gigante farmaceutico francese Sanofi abbia fatto sapere ieri di aver stretto un accordo con Pfizer per produrre da luglio in Germania 100 milioni di dosi del siero dell’azienda americana. Ma la strada resta accidentata.

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Anche per questo è ottima la notizia che l’Italia sta accelerando sulla prospettiva di dotarsi di un vaccino nazionale prodotto in impianti situati nel nostro Paese. È quello di Reithera, sviluppato con lo Spallanzani, nel quale Invitalia investirà 81 milioni di euro, acquisendo il 30% della società. Il vaccino Reithera, che sarà monodose, dovrebbe terminare i trial di fase II e III tra maggio e giugno e potrebbe essere approvato tra fine giugno e luglio dall’Ema. Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di ricerca & sviluppo, mentre 11,7 milioni andranno al potenziamento dello stabilimento di Castel Romano, che dovrebbe produrre 100 milioni di dosi all’anno.

Nel frattempo prosegue la pressione politica sui produttori. Il commissario straordinario Arcuri ha inviato al l’Ue la diffida a Pfizer e ha chiesto alla Commissione di valutare azioni simili. E a Bruxelles ci pensano, non solo per quanto riguarda Pfizer, come ha chiesto la Lettonia relativamente ad AstraZeneca. La Svezia invece ha per ora sospeso i pagamenti a Pfizer. "L’Europa – ha sottolineato da parte sua la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen – ha investito miliardi per aiutare a sviluppare i primi vaccini al mondo. Ora le compagnie devono onorare i loro obblighi". La Commissione sospetta che una parte dei vaccini destinati dall’Ue, in particolare quelli di AstraZeneca, possa essere andata ad altri. Il quotidiano britannico The Telegraph ha apertamente lanciato il sospetto che la casa farmaceutica britannico-svedese abbia dirottato sul Regno Unito le forniture di vaccini destinate all’Ue perché il governo britannico ha pagato di più ed approvato prima il farmaco. A questi sospetti ha risposto ieri il Ceo di Astra Zeneca Pascal Soriot: "Non dirottiamo i vaccini degli europei ad altri Paesi che ci pagherebbero meglio. Sarebbe insensato da parte nostra. In ogni caso, sia chiaro: non c’è alcun obbligo verso l’Unione Europea. Nel nostro contratto c’è scritto chiaramente: “best effort”, ossia “faremo del nostro meglio".

Ora la Gran Bretagna teme che le sue dosi di vaccino anti Covid vengano bloccate dall’Ue, o comunque ritardate. L’Italia fa di necessità virtù, ma un ritaerdo della campagna vaccinale è scontato. Anche per questo è stata prorogata al 3 febbraio la data per la presentazione delle offerte per partecipare al bando di gara per la realizzazione delle “Primule” dove avverrano le vaccinazioni e è stato allungato da 30 a 45 giorni il tempo di consegna. La scorsa settimana l’Italia ha ricevuto 397.800 dosi del vaccino Pfizer e ne sta ricevendo 455.730 questa settimana. La prossima si dovrebbe tornare alle ‘normali’ 560mila dosi, ma in una lettera alle regioni il commissario straordinario Domenico Arcuri ha comunicato che dall’8 al 22 febbraio arriveranno in Italia 2,4 milioni di dosi di vaccino Pfizer (1.753.830) e Moderna (651.600).