Vaccino Covid, arrivate le nuove dosi (ma restano in frigo)

I medici di base: nessuno ci ha chiesto aiuto. "Siamo in 60mila, abbiamo una capacità di un milione di iniezioni al giorno". Continua il grande divario nelle campagne regionali

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Non è come il bicchiere del giudizio che può essere mezzo vuoto o mezzo pieno: la fiala di un vaccino può essere solo vuota – se la macchina organizzativa funziona. Il primo a certificarlo? Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri: "Abbiamo un dovere: non tenere una dose di vaccino ferma un minuto più del necessario". Ora quella promessa si aggiunge alle altre non mantenute, o mantenute in ritardo, dal commissario multifunzione incaricato di vaccinare almeno 42 milioni di italiani. Secondo i dati diffusi ieri dalla struttura commissariale, sulle 479.700 dosi Pizer-BioNTech consegnate all’Italia tra il 27 dicembre e i primi di gennaio, solo il 39,8%, pari a 191mila dosi, ha trovato il braccio di un italiano delle categorie prioritariamente designate. Percentuale che già stamattina si ridurrà al 20,1%, visto che con tir e aerei sono arrivate o stanno arrivando ai 293 hub di stocccaggio altre 470mila dosi.

Il risultato vaccinale sotto gli auspici, nonostante il pur comprensibile rodaggio e l’acclarata asimmetria di rendimento delle Regioni e Province autonome in campo, agita il quadro politico istituzionale. Lazio sempre primo (64,8%), male Calabria (6%) e Molise (12%), Lombardia ferma al 14%. Le reazioni sono talvolta spiazzanti. Così la Lega che attacca Arcuri per la fornitura errata del 40% delle siringhe (all’hub di Pavia le ha fornite l’ospedale San Matteo) è lo stesso partito che in Lombardia promuove una drammatica resa dei conti al Pirellone: via l’assesssore alla sanità Giulio Gallera, dopo l’ultima gaffe sui "medici e infermieri in ferie", dentro – stando alle ultime indiscrezioni – l’ex sindaca Letizia Moratti. "Se la Lombardia non è in grado di attuare la vaccinazione, è giusto che subentri lo Stato esercitando i poteri sostitutivi", provoca il viceministro dem all’Economia, Antonio Misiani. Ma fibrillazioni si registrano un po’ ovunque. Del resto, per alimentare lo scontro, basta confrontare i singoli dati nella tabella aggiornata anche a notte fonda dalla struttura del Commissario ormai nel mirino. "Alleggerire Arcuri, richiamare Bertolaso", suggerisce il forzista Francesco Giro.

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Palazzo Chigi organizza una difesa d’ufficio: i risultati "pongono il nostro Paese al secondo posto nel continente per dosi somministrate, alle spalle della sola Germania, che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore". Impegno solenne: "La macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo". Certo, se si prende a paragone la Francia, i numeri sono addirittura lusinghieri, ma se si guarda a chi sta facendo meglio, come Israele che ieri ha sdoganato il vaccino di Moderna, non c’è proprio da vantarsi.

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Oggi un summit tra il ministro delle Autonomie Francesco Boccia, il ministro della Sanità Roberto Speranza, le Regioni e lo stesso Arcuri farà il punto sui 15mila medici e infermieri (selezionati con bando della Protezione civile) che gestiranno le prossime fasi della vaccinazione. Filippo Anelli, presidente della Federazione italiana degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, suggerisce una strade integrativa: "Noi medici convenzionati siamo in 60mila: se vacciniamo 20 persone al giorno ciascuno, arriviamo a più di 1 milione di immunizzati ogni 24 ore", è la proposta al Commissario con annessa denuncia: "Ancora nessuno ci ha chiamato per partecipare alla campagna vaccinale". Arcuri tira dritto: "Se anche altre case farmaeutiche riceveranno da Ema ed Aifa l’autorizzazione all’immissione in commercio, riusciremo ad avere le dosi per vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno". Altrimenti quelle di Pfizer-BioNTech, da sole, non basteranno.