La truffa dei vaccini già in vendita sul web. Dilaga il mercato nero delle cure anti-Covid

La pandemia si sta rivelando un business illecito in grande crescita sulla Rete: una società toscana dà la caccia ai criminali Si possono acquistare decine di prodotti fasulli al dettaglio e all’ingrosso, perfino finte dosi Pfizer. Basta pagare in bitcoin

Coronavirus, un vaccino (Ansa)

Coronavirus, un vaccino (Ansa)

Il lato oscuro del Covid tiene in piedi un business criminale. Miliardario. E senza confini. Il Coronavirus ha – anche – la capacità di moltiplicare mercati neri e traffici illeciti. Ci sono siti specializzati in illecite operazioni finanziarie che forniscono servizi di trasferimento fondi, favorendo il riciclaggio illegale o rivendite di farmaci non autorizzati o di difficile reperimento, senza trascurare finti centri specialistici che vendono vaccini anti-Covid, per esempio il Wuhan Institute of Virology. Nascondendosi dietro queste ‘insegne’, i criminali si presentano come dottori e scienziati, millantando di aver rischiato la vita per rubare miracolose cure tenute segrete dal governo cinese e, in cambio di donazioni, si rendono disponibili a prestare aiuto. Nel sommerso digitale trovano spazio poi rivenditori di test diagnostici rapidi, di mascherine di dubbia provenienza e pure di certificati falsi. Questi ultimi sono destinati alla popolazione russa per attestare tra l’altro positività o negatività al Covid.

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È una fabbrica che lavora, riservata ma prolifica, nel ‘dark web’ (l’Internet che c’è ma non si vede se non si conoscono le strade per arrivarci), grazie a strategie e linguaggi sottili e sfuggenti, complessi da decifrare. Chi ci riesce incontra ‘pirati’ pronti a scommettere pure sull’ultima frontiera della lotta alla pandemia: il vaccino. Che è appunto fra i prodotti di punta dei pirati informatici: ci sono addirittura inserzioni specifiche per la vendita di vaccini fasulli, compresi prodotti contraffatti a marchio Pfizer-Biontech. Lo ha accertato un’azienda veneta, costola del colosso Var Group, 400 milioni di euro di fatturato, che si occupa fra l’altro di sicurezza digitale, e lo fa appunto attraverso una divisione ad hoc, la Yarix.

Le analisi effettuate hanno dato una certezza: il settore della sanità è tornato al centro delle attenzioni del crimine informatico, interessato, oggi, alla scoperta di cure contro il Covid. Infatti, oltre ad alimentare la fiducia di istituzioni e cittadini, i passi avanti compiuti dalla ricerca ispirano chi traffica con soldi virtuali e non, ad altissimi livelli. "Si moltiplicano mercati clandestini che offrono una vasta scelta di rimedi, disponibili all’acquisto al dettaglio o all’ingrosso, ma sempre in bitcoin", spiega Mirko Gatto, amministratore delegato di Yarix, ponendo l’accento sulla ’moneta elettronica’. Movimenti complessi da carpire e capire, importanti da neutralizzare. Farlo significa mettere i bastoni fra le ruote di un ingranaggio in grado di muoversi su più terreni.

La squadra, scandagliando la parte ’oscura’ della rete, ne ha individuati di differenti. "In questo momento – ha sottolineato ancora l’ad di Yarix – la pandemia è uno dei più importanti strumenti di business. I gruppi criminali stanno sfruttando l’attesa dei nuovi vaccini e delle cure contro il Covid, e più in generale il momento di grande incertezza a livello geopolitico". Insomma, la sensazione è che si possano trovare risposte a ogni tipo di esigenza. "Ma è difficile risalire agli autori di queste attività" ammette Gatto. Il ’dark web’ è una distesa di sabbie mobili: a caderci dentro ci si affonda, ma se si cerca di prenderla scivola via fra le dita. E nulla rimane.  

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