Venerdì 19 Aprile 2024

Vaccini, tutto quello che non va Sos del Gimbe: mancano le dosi

Le strutture non sono pronte e il personale è poco. Le fiale di Pfizer e Moderna coprono il 19% del fabbisogno

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di Luca Bolognini

Dopo l’iniezione a favore di telecamera, serviranno i fatti. La campagna vaccinale contro il Coronavirus, la più grande mai realizzata, partirà ufficialmente domenica in Italia. La prima a provare il siero creato da Pzifer sarà un’infermiera di 29 anni, poi toccherà ad altri 9.749 operatori sanitari. Ma svanito l’entusiasmo dell’evento mediatico, il nostro Paese sarà davvero pronto per proteggerci in modo attivo dal Sars-Cov-2? Molti, purtroppo, hanno già da tempo puntato le loro fiches sul no.

I VACCINI BASTERANNO?

Secondo la Fondazione Gimbe, non abbiamo abbastanza dosi per stare sicuri. Tanto che, anche alla luce della diffusione della variante inglese, sarebbe meglio calarsi di nuovo l’elmetto e tornare in trincea. Ovvero applicare nuove restrizioni per il contenimento dell’epidemia. Il piano strategico del ministero della Salute riporta oltre 202 milioni di dosi potenzialmente disponibili (pari a 101 milioni di cicli completi) entro il 2021. "Ma al momento – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – è possibile solo fare previsioni di massima rispetto al raggiungimento di una copertura vaccinale del 60-70% della popolazione". Per ora solo Pfizer ha ottenuto l’ok dell’Ema, mentre Moderna dovrebbe ottenere il via libera il 6 gennaio. Tutte le altre case farmaceutiche sono indietro. E analizzando lo status di approvazione dei vaccini, le dosi certe per il prossimo anno sono solo poco più di 22,8 milioni entro giugno. Questo significa che se le cose resteranno così, nell’ipotesi piuttosto remota che non vada sprecata nemmeno una fiala, potranno essere vaccinati in modo completo solamente 11,4 milioni di italiani, ovvero il 19% della popolazione.

IL SISTEMA SANITARIO

È PRONTO?

Preparare le dosi del vaccino Pfizer è complicato e i camici bianchi hanno più volte denunciato di non essere preparati. A soffrire di più saranno le periferie, in primis Rsa e centri psichiatrici, dove la formazione del personale sarà ancora più frammentaria. Alcune regioni, come Liguria e Toscana, giurano di essere prontissime. In altre non è ancora nemmeno stato chiarito dove verranno eseguite le iniezioni. E in diverse il personale sarà sottratto temporaneamente ad altre specializzazioni.

LA CAMPAGNA

DI VACCINAZIONE PROCEDERÀ SENZA SOSTE?

È molto difficile: tra qualche mese potrebbero mancare le dosi necessarie per andare avanti e inoltre non è detto che tutte le strutture sanitarie, che devono anche fare i conti con un’atavica mancanza di personale, riescano ad adeguarsi rapidamente per garantire cicli di iniezioni continui.

QUALI SONO I VANTAGGI DEL VACCINO PFIZER?

Al momento è l’unico approvato dall’Ema e quindi è il solo che si può utilizzare. Questo vaccino – che semplificando molto inietta direttamente l’Rna messaggero nelle cellule del paziente, ordinando loro di distruggere il Coronavirus – ha un grado di efficacia molto alto (tra il 90,3% e il 97,6%) ed è facile da produrre in grandi quantità.

E GLI SVANTAGGI?

È la prima volta che la scienza si affida a un vaccino mRna, quindi bisognerà prestare attenzione all’eventuale insorgere di effetti collaterali. Le dosi del vaccino Pfizer, inoltre, devono essere conservate a una temperatura di -70 gradi. La catena del freddo – dai centri di stoccaggio ai punti di vaccinazione – potrà essere garantita solo da superfrigoriferi. La procedura per iniettare una dose è un rompicapo che farebbe tremare una cintura nera di Sudoku: le fiale vanno scongelate per tre ore, poi capovolte 10 volte prima di essere diluite. Uniformata la pressione del flaconcino, bisognerà capovolgere per altre 10 volte la soluzione. La fiala a questo punto conterrà 5 dosi da 0,3 ml che andranno prelevate singolarmente con una siringa sterile.

QUALI SONO I VANTAGGI DEL VACCINO MODERNA?

Il grado di efficacia è simile al siero prodotto dalla Pfizer, ma le fiale di Moderna possono essere conservate a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi. Una volta aperte, il composto, se conservato in frigorifero, resta stabile per 30 giorni. A temperatura ambiente per 12. Quello di Pfizer ha tempi più ridotti: 5 giorni nei freezer e sei ore all’esterno. La procedura per preparare le dosi è semplice.

E GLI SVANTAGGI?

Anche il vaccino di Moderna sfrutta l’mRna, per cui bisognerà prestare attenzione a eventuali effetti collaterali. L’eventuale via libera dell’Ema arriverà solo il 6 gennaio. L’intervallo tra le due dosi deve essere di 28 giorni, mentre per Pfizer ne bastano 21.