Vaccini senza brevetto: l’Europa si spacca

La proposta degi Stati Uniti accolta dalla Francia, Germania contraria. Muro di Big Pharma: non servirebbe ad aumentare la produzione

Il presidente americano, Joe Biden

Il presidente americano, Joe Biden

La pandemia globale è un evento straordinario che impone scelte straordinarie: garantire l’immunizzazione per tutti, anche ai più poveri del Sud del Mondo, senza che debbano pagare royalties a Big Pharma. Joe Biden spariglia e pur ribadendo di "credere fortemente nella protezione della proprietà intellettuale" annuncia il proprio sostegno a una moratoria dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti Covid-19 invocata dall’Organizzazione mondiale della sanità su input di Sudafrica e India. Plaudono Onu e WTO, premi Nobel come Stiglitz e Yunus, le Ong. Big Pharma, come previsto, fa muro. E l’Europa reagisce con diverse sensibilità.

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La presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen fa una apertura alla discussione, ma la cancelliera tedesca Angela Merkel è contraria, il presidente francese Macron si schiera con Biden, mentre Mario Draghi dà un colpo al cerchio e uno alla botte ("I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali") mentre Pd, M5s, Sel e Forza Italia plaudono apertamente a Biden e la Lega si defila.

"L’Ue – ha detto la presidente della Commissione – è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi pandemica in modo efficace e pragmatico. E per questo siamo pronti a discutere come la proposta per una rinuncia alla protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid-19 possa aiutare a raggiungere questo obiettivo".

I 27 leader ne parleranno già da oggi, al vertice informale a Porto. "Nel breve periodo, tuttavia – ha proseguito Von Der Leyen, con un non velato riferimento agli Usa, che sinora non hanno consentito l’export di vaccini a differenza dell’Europa, che ha fatto uscire 200 milioni di dosi –, chiediamo a tutti i Paesi produttori di vaccini di consentire le esportazioni e di evitare misure che interrompono le catene di approvvigionamento". A spingere nella direzione di Biden c’è il presidente francese Emmanuel Macron ("Sono favorevole alla revoca della proprietà intellettuale. Sono un bene comune globale"), contraria invece la Germania: "La protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale anche in futuro" ha affermato una portavoce del governo di Berlino. Le parole del governo tedesco hanno rianimato le azioni delle società farmaceutiche, che in mattinata avevano avuto un duro colpo.

Di certo l’eventuale rimozione dei brevetti dei vaccini non cambierebbe sostanzialmente nulla per l’Ue, che ha già prenotato le dosi necessarie per l’immunizzazione dei suoi abitanti mentre eventuali produzioni in altre aziende non sarebbero pronte prima di 6 mesi, come minimo. L’intenzione è proseguire sulla via tracciata finora degli accordi con i produttori: Von Der Leyen ha ribadito che l’Ue "è vicina alla firma di un nuovo contratto con PfizerBiontech per 1.8 miliardi e altri contratti seguiranno". Discorso diverso è quello per i Paesi in via di sviluppo: l’Ue potrebbe essere favorevole a una deroga ai brevetti per le produzioni locali nel Sud del mondo. E su questo al Wto l’accordo è possibile: dopotutto l’intento di Biden è geopolitico, una strada già percorsa per gli stessi fini dalla Russia e dalla Cina.