Vaccini obbligatori a scuola, duello Lorenzin-Fedeli

La ministra della Salute: "Obbligo fino a 10 anni". Fedeli in trincea: "Non oltre i 6". Media la Boschi. Oggi la decisione sul decreto

Vaccini, scontro tra ministre: Lorenzin e Fedeli

Vaccini, scontro tra ministre: Lorenzin e Fedeli

Roma, 19 maggio 2017 - Vaccini obbligatori per frequentare le scuole, e per fermare il dilagare delle malattie esantematiche in mancanza di adeguata protezione, fenomeno per il quale l’Italia è stata richiamata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità. Un richiamo pesante: in Italia e in Romania, dice l’Oms, si concentra il 48% dei casi di morbillo, un virus debellato e ritornato a causa del calo delle vaccinazioni. Si è trattato fino all’ultimo, con la mediazione della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, per comporre due diverse visioni all’interno del governo, rispettivamente quelle delle ministre della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Istruzione, Valeria Fedeli. E per giungere a un testo condiviso sui vaccini da approvare nel Consiglio dei ministri di oggi.    Ma le distanze sono rimaste e sarà il Cdm di oggi, dopo un altro giro di colloqui per trovare una sintesi, a dire chi la spunterà. Il punto principale su cui non si trova l’intesa è l’estensione dell’obbligatorietà dei vaccini. Per la Fedeli l’obbligo, che sarà accompagnato da una campagna di comunicazione che incentivi i genitori ad assumere un comportamento virtuoso, deve riguardare i bimbi da zero a 6 anni, quelli che frequentano asili nido e materne. La Lorenzin, di cui Matteo Renzi fa sapere di non sopportare «le strumentalizzazioni politiche», ritiene che solo un obbligo alle vaccinazioni esteso da zero a 10 anni possa fornire una copertura sufficiente, visto che non tutti i bambini frequentano gli asili e che, proprio alle elementari, ci sono i richiami di vari vaccini dei primi anni di vita. La ministra della Salute ha ribadito che «non è un problema politico ma di salute pubblica» e dovrà essere il Cdm a prendersi la responsabilità di un testo.   Il lavoro sul provvedimento del governo, che sarà quasi sicuramente un decreto, quindi una norma che avrà una corsia veloce per l’entrata in vigore e non un disegno di legge, era ieri sera ancora in alto mare. Anche sul fronte delle sanzioni per chi non vaccina il proprio figlio. «Le sanzioni non proteggono la salute, è specifico dovere di un Paese civile proteggere la vita di chi non si può vaccinare. Un bambino morto per una malattia infettiva – ha osservato Roberta Siliquini, presidente Css, Consiglio superiore di sanità – non ha purtroppo più alcun diritto, tantomeno quello allo studio». «Stiamo preparando un disegno di legge – annuncia da parte sua Federico Gelli, responsabile Sanità del Pd – che in Parlamento affianchi il decreto integrandolo o ampliandolo. Siamo finiti dopo il Ruanda e l’Oms ci ha richiamato, corriamo ai ripari. Nella proposta del Pd c’è la valorizzazione del piano nazionale di vaccinazioni, gratuite per tutti e da rendere obbligatorie per studenti di tutta la scuola dell’obbligo, insegnanti e operatori sanitari»