Vaccini, governo-parti sociali: sì a protocollo su luoghi di lavoro. Ecco come funziona

Aggiornato anche il protocollo sulla sicurezza. Orlando: "Un'opportunità in più per il Paese"

Centro vaccini

Centro vaccini

Roma, 6 aprile 2021 - Un altro piccolo passo per accellerare sulle somministrazioni dei vaccini anti-Covid. E' stato raggiunto, secondo quanto si apprende, l'accordo tra governo e parti sociali sui protocolli per i vaccini sui luoghi di lavoro e per l'aggiornamento dei protocolli sicurezza.

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"In una situazione di difficoltà perdurante per il Paese, un passo avanti, una buona notizia. E' stato raggiunto l'accordo per definire le modalità attraverso le quali lavoratori, imprenditori e titolari di impresa potranno vaccinarsi nei luoghi di lavoro". Così il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al termine dell'incontro con le parti sociali. "E' stato un lavoro collettivo fatto con le forze sociali, con i sindacati, con le associazioni datoriali, con l'Inail, col ministero dello Sviluppo economico e della Salute e con il commissariato che si occupa dell'emergenza Covid", ha proseguito Orlando. "Le imprese potranno, attraverso una serie di percorsi, rendersi disponibili per diventare luoghi di vaccinazione. Lo potranno fare le più piccole mettendosi insieme e le più grandi con i medici del lavoro presenti nelle strutture, e si potranno utilizzare anche gli ambulatori dell'Inail. E' un'opportunità in più per il Paese", conclude il ministro, "per gli imprenditori, ed è un passo in più per la sicurezza e la tutela dei lavoratori. Questo è un risultato che ci consente di rimetterci sulla strada giusta per ripartire".

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A chi è rivolto

L'iniziativa è rivolta ai lavoratori, a prescindere dalla tipologia contrattuale con cui prestano attività nell'azienda, e ai datori di lavoro. I datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati, secondo il testo, con il supporto o il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid nei luoghi di lavoro, destinati alla somministrazione in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta. I datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente o non possano fare ricorso a strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell'Inail.

Bollettino sul Coronavirus del 6 aprile

Costi

costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi i costi per la somministrazione, sono a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe, aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei Servizi sanitari regionali. Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario è equiparato all'orario di lavoro. Nel testo si richiama il recente decreto Covid con cui è stata esclusa espressamente la responsabilità penale degli operatori sanitari per eventi avversi nelle ipotesi di uso conforme del vaccino.

Protocollo sulla sicurezza

Per quanto riguarda, invece, l'aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza, confermando le misure per contrastare il diffondersi del virus, dalle mascherine al distanziamento fino alla sanificazione periodica, nel testo si raccomanda "il massimo utilizzo, ove possibile, della modalità di lavoro agile o da remoto" da parte dei datori di lavoro privati. Raccomanda inoltre, per le attività produttive, che siano limitati al massimo gli spostamenti all'interno dei siti e contingentato l'accesso agli spazi comuni. Tra i punti aggiunti, quello sulla riammissione al lavoro dopo l'infezione che "avverrà secondo le modalità previste dalla normativa vigente (circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020 ed eventuali successive istruzioni). I lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario".