Vaccini, l’Italia accelera. Ma Berlino ci doppia

Il commissario Figliuolo: "Raggiunte le 500mila vaccinazioni". Ma la Germania è già a un milione ogni 24 ore

Il commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica Francesco Paolo Figliuolo, 59

Il commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica Francesco Paolo Figliuolo, 59

La maxi campagna di vaccinazione in Italia sta lentamente decollando e il commissario Figliuolo mostra ottimismo. "I report a mia disposizione dicono che abbiamo raggiunto le 500mila dosi al giorno – ha detto il generale –. A metà luglio il 60% degli italiani dovrebbe avere ricevuto entrambi le dos e ci sarà l’immunità di gregge". Ieri nell’hub di Pratica di Mare sono ’atterrate’ circa 2 milioni e mezzo le dosi di vaccino anti Covid-19, ovvero oltre 2 milioni di Vaxzevria (AstraZeneca), più di 270mila di Moderna e circa 160mila di Janssen (Johnson & Johnson) che verranno ripartiti e poi distribuiti nei prossimi giorni alle diverse regioni italiane. L’approvvigionamento di 2 milioni e mezzo di dosi, insieme a quello di 2,2 milioni di Pfizer arrivato il 27 aprile, permetterà alle Regioni di consolidare la crescita delle somministrazioni dall’inizio della campagna vaccinale nazionale. Che, comunque, stenta a decollare, rispetto a quello che stanno riuscendo a fare altri Paesi fino a ieri in difficoltà. La Germania, che ha promesso l’immunizzazione dai 12 anni in su in estate, l’altro giorno ha raggiunto un nuovo record sul fronte della campagna vaccinale con 1.088.952 dosi somministrate in un giorno, in tutto è stato vaccinato il 25,9% della popolazione con la prima dose e il 7,5% con la seconda. E ancora: gli Usa hanno segnato il record (il 5 aprile) con oltre 4 milioni di dosi in un giorno solo, con un ritmo quotidiano oltre i due milioni e mezzo di inoculazioni e la Francia ha superato la soglia delle 510mila dosi quotidiane e tiene un passo di oltre 380mila inoculazioni al giorno.

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Non solo gli anziani, i fragili. Anche i più piccoli avranno a giugno il loro ‘scudo’ vaccinale. Dopo una fase di sperimentazione, il vaccino contro il Coronavirus Pfizer è infatti risultato efficace negli adolescenti dai 12 ai 15 anni, forse anche più che negli adulti. Ma per raggiungere l’attesa l’immunità di gregge vanno vaccinati anche i bambini. Lo studio della casa farmaceutica, che ha portato a questi risultati incoraggianti, ha incluso 2.260 adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni. I bambini hanno ricevuto due dosi di vaccino a tre settimane di distanza – le stesse quantità e il programma utilizzato per gli adulti – o un placebo (soluzione con acqua salata). I ricercatori hanno registrato 18 casi di infezione da Coronavirus nel gruppo placebo e nessuno tra i bambini che hanno ricevuto il vaccino. Ma non c’è solo Pfizer. Anche Moderna ha annunciato pochi giorni fa l’avvio di uno studio che testerà il suo vaccino dai 6 mesi agli 11 anni ed è iniziata la sperimentazione di fase 2-3 sui primi 6.750 bambini sani arruolati negli Stati Uniti e in Canada, mentre J&J ha iniziato a testare il suo monodose sui bambini più grandi con l’obiettivo di sperimentarlo più avanti anche sui più piccoli e i neonati (tra i centri selezionati anche il Buzzi di Milano).