Vaccini Covid, Palù: in Italia in arrivo 17 mln di dosi Pfizer e 7-10 J&J

Il presidente dell'Aifa: "Tutti saranno studiati come AstraZeneca". Il Cts dell'Agenzia: "Nessun segnale di rischio trombosi in vaccini a mRNA, non è ancora giudicabile per altri che usano vettori virali"

Operatrice sanitaria in un centro vaccinale a Varese (foto Imagoeconomica)

Operatrice sanitaria in un centro vaccinale a Varese (foto Imagoeconomica)

Roma, 8 aprile 2021 - Giorgio Palù, presidente dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), rassicura sui numeri del vaccini anti-Covid in Italia. "Nel secondo trimestre sono in arrivo 17 milioni di dosi Pfizer, 7-10 milioni di J&J a fine aprile. Quindi abbiamo a disposizione dosi per arrivare alla copertura prevista di 500mila vaccinati al giorno", ha detto a SkyTg24.

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Ieri l'Ema, in merito ad AstraZeneca, ha parlato delle trombosi come di "effetti collaterali rari". In Italia è stato deciso di conseguenza un uso preferenziale per gli over 60. E proprio in queste ore la Commissione tecnico scientifica dell'Aifa ha rilevato che "al momento non sono stati identificati analoghi segnali di rischio" di eventi trombotici "per i vaccini a mRNA. Non è invece ancora possibile esprimere un giudizio in merito ad altri vaccini che utilizzano piattaforme vaccinali virali". Nel parere della Cts, allegato alla circolare del ministero della Salute sull'aggiornamento delle raccomandazioni per AstraZeneca, si sottolinea inoltre che il bilancio beneficio/rischio del vaccino si conferma "complessivamente positivo". E che "alla luce dei dati attualmente disponibili non è possibile esprimere raccomandazioni circa l'individuazione di specifici fattori di rischio, e nel contempo non sono identificabili trattamenti preventivi degli episodi trombotici".

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Sempre su AstraZeneca, Palù rileva che "questi eventi così rari non potevano essere messi in evidenza negli studi validativi, quelli della fase 3. E' la vaccinazione di massa che può metterli in evidenza. Ciò non avviene solo per i vaccini ma per tutti i farmaci. Tutti i vaccini saranno seguiti e studiati come AstraZeneca". E aggiunge: "L'Ema ha chiamato l'Agenzia del farmaco ed AstraZeneca. E' stata fatta una review dei 79 casi di trombosi e nessuno si è verificato nella seconda vaccinazione. Ricordo che circa 20 milioni di inglesi sono stati vaccinati con AstraZeneca. Per la seconda dose non c'è al momento alcuna controindicazione". Poi spiega: "Si è tenuta in considerazione la fiducia degli italiani, è stata una decisione dibattuta, sofferta, ma unanime da parte di tutti i consiglieri scientifici che il ministro Speranza aveva raccolto attorno a sé".

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I dati. "Il comitato per la sicurezza dell'Agenzia" europea del farmaco Ema - ha detto il virologo al Corriere della Sera - "ha segnalato che esiste una relazione diretta tra questo vaccino e un effetto avverso. Si tratta di una trombosi venosa profonda cerebrale che si accompagna alla diminuzione di piastrine nel sangue. Sono forme rarissime, un caso su un milione nella popolazione normale. Adesso sono state osservate con una frequenza maggiore, circa 1-2 ogni 100mila vaccinati. Sono stati analizzati 86 casi di cui 19 fatali, a fronte di 20milioni di vaccinati". Palù precisa che "non c'è stata mancanza di accortezza da parte delle autorità regolatorie", assicura. Anzi, "le agenzie americana Fda ed europea Ema hanno rilasciato l'autorizzazione all'impiego su larga scala con la premessa che venisse esercitata una attenta sorveglianza del rapporto tra rischi e benefici". Il presidente Aifa chiarisce così il concetto: "Sopra i 60 anni, se prendi il Covid, hai 3 possibilità su 100 di morirne, rischio che cresce con l'età. I vaccinati con AstraZeneca avrebbero, sulla base dei dati riportati, una possibilità su 100mila di sviluppare una trombosi rara con prognosi grave. In pratica, il beneficio della protezione data dalla profilassi è infinitamente superiore al pericolo".

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