Mercoledì 24 Aprile 2024

Vaccini in ritardo, un conto da 270 miliardi

Gli analisti di Eehta Ceis: "Addio alla ripresa post-pandemia se l’immunità di gregge fosse raggiunta solo verso fine anno"

di Claudia Marin

Tre mesi di ritardo nella campagna di vaccinazione rischiano di costare carissimo all’economia italiana: circa 270 miliardi di euro di Pil in meno tra 2021 e 2022. La cifra in ballo è tale da fare la differenza tra la ripresa del Paese e il pericolo di arrivare ultimi all’appuntamento con il mondo post-Coronavirus. A spiegarlo è Francesco Saverio Mennini, professore di Economia della salute e direttore del centro Eehta Ceis a Tor Vergata, che, con Giampiero Favato, docente della Kingston University di Londra, ha realizzato uno studio sul nesso tra tempi dei processi economici e tempi del contenimento della pandemia attraverso l’immunizzazione di massa.

Perché la vaccinazione di massa è così rilevante per l’economia?

"Se la vaccinazione della popolazione ha un trimestre di ritardo, non è sufficiente far semplicemente slittare le stime di crescita in quanto il mancato contenimento della pandemia genera un’inerzia nella crescita del Pil che il Fmi ha stimato in due scenari di impatto. Il primo prevede una perdita del 5% del Pil a trimestre fino al raggiungimento della copertura vaccinale (nel caso in cui il livello di epidemia si mantenga ai valori di fine 2020). Il secondo prevede una perdita dell’8% del Pil a trimestre se il ritardo nella vaccinazione dovesse portare ad una nuova ondata pandemica".

Dunque, non si può perdere neanche un giorno.

"Certo, il tempo è una variabile fondamentale in Economia, soprattutto in questo momento. Lo studio (Eehta Ceis ’Tor Vergata’ e Kingston University) focalizza l’attenzione sulla sincronia fra il tempo economico necessario alla ripresa e quello reale necessario al raggiungimento della copertura vaccinale per il riavvio delle attività produttive".

Quale è la posta in gioco in caso di ritardi nel vaccinare?

"È molto alta sia dal punto di vista sociale (numero di morti e ingolfamento delle strutture ospedaliere) sia da quello strettamente economico (impatto sul Pil). Se la vaccinazione dovesse vedere il suo completamento solo a fine 2021 (lo scenario peggiore), stimando un trimestre di ritardo, la perdita complessiva in due anni (2021 e 2022) arriverebbe addirittura a 270 miliardi (130 nel 2021 e 140 nel 2022)".

Quali sono, invece, gli altri scenari possibili con trend di vaccinazioni più consistenti?

"C’è uno scenario in cui solo tra il III ed il IV trimestre del 2021 (quindi tra ottobre e dicembre) si concluderà la vaccinazione del 75% della popolazione: questo comporterà perdite fino a 96 miliardi nel 2021 e 104 nel 2022 (200 miliardi complessivi nei due anni). C’è uno scenario migliore (ottimale), che si augura anche il governo, in cui si possa raggiungere una copertura ottimale (secondo le stime Eehta Ceis, tra il 62 ed il 75%) tra il secondo ed il terzo trimestre del 2021 (quindi entro settembre). In questo caso si stima una mini-crescita, rispettivamente pari a 5 miliardi nel 2021 e di altri 5 miliardi nel 2022".

Nella previsione peggiore, dunque, neanche il Recovery Plan potrebbe salvarci.

"Se si dovesse verificare un trimestre di ritardo nella vaccinazione, l’impatto economico sul Pil sarebbe tale da determinare il vanificarsi anche dell’impatto delle risorse provenienti dal Recovery Fund. Questo è il problema fondamentale. Lo studio deve far comprendere quanto sia importante accelerare il più possibile con la vaccinazione così da garantire l’inizio della ripresa economica del Paese alla fine del secondo trimestre 2021. Sembra banale ma un’analisi corretta del tempo economico eviterebbe scelte avventate e costose per il Paese. Acceleriamo con le vaccinazioni. Non possiamo perdere ulteriore tempo".