Vaccini, il rebus delle dosi avanzate Regione che vai riservista che trovi

Dai volontari di Bologna ai caregiver: i criteri per assegnare le fiale in esubero sono diversi

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di Rita Bartolomei

Nessuno ha piazzato panchine per ’vaccinare chi passa’, come aveva suggerito in tv il generale Figliuolo, commissario all’emergenza Covid. Ma dalla Val Seriana a Palermo, per non sprecare dosi ci sono tanti metodi quante sono le Asl. Restano sullo sfondo l’ordinanza del commissario – "soggetti comunque disponibili al momento, secondo l’ordine di priorità individuato dal piano nazionale" – e le raccomandazioni di Curcio, capo della Protezione civile ("serve un accordo con le Regioni").

BOLOGNA

Prima i volontari. Così Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento sanità pubblica dell’Ausl, spiega l’esordio dei panchinari. "Siamo partiti da tutti quelli che lavorano nei centri. Non abbiamo immunizzato chi ci capitava, abbiamo selezionato le categorie. Poi operatori della sanità che per vari motivi erano rimasti indietro. Quindi caregiver, che accompagnavano anziani. E abbiamo seguito le regole della Regione. Abbiamo compilato una lista con i nomi indicati da medici o centri specialistici. Ma queste dosi sono davvero poche". Nell’hub più importante, quello della Fiera, dove lavora, "capita di averne una o due che avanzano a fine giornata". Sono state sufficienti, comunque, per creare code fuori dal centro.

MARCHE

Qui l’Asur (azienda sanitaria unica regionale) ha deciso di non fare liste di panchinari. Chiarisce Nadia Storti, direttore generale: "Facciamo un overbooking con la categoria vaccinata in quel momento. Per intenderci, stiamo concludendo insegnanti e over 80, consideriamo sempre la possibilità di dosi che avanzano, di solito sono 2-3. Quindi calcoliamo persone in più. Se poi non si presentano, vacciniamo sanitari e volontari della protezione civile in servizio nei centri".

BERGAMO EST

Non hanno liste di riservisti nemmeno all’azienda socio-sanitaria che governa su un territorio di 380mila abitanti, quello della Val Seriana nella Bergamasca, i paesi straziati dalla prima ondata della pandemia. Anche qui ci sono stati pesanti disservizi sui vaccini agli over 80 per le disavventure di Aria, hanno rimediato attingendo dalle liste di Ats Bergamo, l’agenzia della salute.

AREZZO

Nella patria del caso Scanzi – il giornalista che ha chiesto e ottenuto di essere vaccinato con AstraZeneca presentandosi come caregiver – oggi hanno cambiato sistema, premette Evaristo Giglio, direttore del distretto sanitario. Il portale dei panchinari attivato subito dopo il clamore mediatico, è stato ’inglobato’ in quello aperto dalla Regione. Alla ’R’ di riservista si apre la lista d’attesa, "e devi essere pronto a raggiungere la sede vaccinale entro mezz’ora". Oggi in Toscana risultano esaurite le dosi per personale scolastico, sanitario, forze dell’ordine, fragili, nati tra il ’41 e il ’51. Nel frattempo, però, è stato vaccinato il personale degli uffici giudiziari. "Noi abbiamo finito, anche con gli avvocati", conferma il direttore. Riconosce: "La Babele delle regole in Italia? Uno dei problemi".

GENOVA

"La nostra lista di riserva è fatta dai caregiver segnalati dai medici di famiglia – mette in fila Lorenzo Sampietro, direttore socio-sanitario dell’Asl 3 –. Vengono allertati 24 ore prima. Poi li richiamiamo alle 16.30 del giorno successivo e se sono disponinili gli si chiede di raggiungere il centro di vaccinazione, che chiude alle 18. Chi non viene contattato, passa nelle prime posizioni del giorno dopo". Tra i primi riservisti ci sono stati i sanitari. Per la cronaca: gran polemiche quando si è scoperto che il segretario generale della Regione ha ricevuto una dose di Pfizer avanzata, fuori elenco.

Il dottor Paolo Parente, nel team vaccinale dell’Asl Roma 1, ha ancora in mente le code provocate da ’quelli di passaggio’. Oggi i panchinari sono ancora "tutti i sanitari che erano rimasti indietro, perché malati di Covid o neoassunti. In coda abbiamo liste di pazienti fragili e vulnerabili. Mai buttato dosi".

PALERMO

Liste di riserva no, disguidi invece sì. Perché l’hub tarato per 1.800 vaccinazioni al giorno arriva a farne anche 3.300. Il 23 marzo l’ultimo paziente è uscito a mezzanotte anche se la prenotazione di fine giornata è alle 18. Come mai? Per anziani arrivati fuori turno e caregiver. In casi particolari (trapiantati, soggetti in terapia immunodepressiva), dev’essere vaccinata la famiglia intera, quindi anche tre persone insieme.