Sabato 20 Aprile 2024

Vaccini, Figliuolo punta su pediatri e farmacie

Il commissario invia le linee guida alle Regioni: interventi anche a domicilio. Liguria e Piemonte, accordo per le iniezioni ai turisti

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Aumentare il contributo di medici di base, pediatri, farmacisti. Delocalizzare le vaccinazioni – sia pur mantenendo per ora gli hub per assicurarsi i grandi numeri – anche raggiungendo a domicilio anziani e fragili. E sul medio periodo, dal prossimo inverno, ricondurre l’attività vaccinale nelle strutture ordinarie del servizio sanitario nazionale. All’indomani della strigliata alle Regioni ("Basta annunci non coordinarti. La priorità resta vaccinare fragili, over 60 e cittadini con comorbilità, priorità un pò persa di vista degli ultimi giorni"), il generale Francesco Paolo Figliuolo invia ai presidenti delle regioni e ai ministeri competenti le ’Linee guida per la prosecuzione della campagna vaccinale’ che fissano alcuni punti fermi.

Pur soddisfatto delle oltre 30 milioni di dosi somministrate e del fatto che finora la campagna vaccinale abbia raggiunto oltre 20,7 milioni di persone, più di un terzo della popolazione italiana, Figliuolo fissa dei paletti chiari. "Reputo necessario invitare Regioni e Province autonome – scrive il commissario straordinario – ad aumentare in maniera graduale il contributo assicurato da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti e altri operatori del Ssn alle vaccinazioni giornaliere, mantenendo in fase intermedia e di transizione dello sviluppo del piano, completamente operativi gli hub vaccinali". "Il graduale passaggio da vaccinazioni effettuate in maniera centralizzata presso gli hub vaccinali verso un sistema di ‘vaccinazioni delocalizzate’, molto più capillare e prossimo ai cittadini – osserva il generale Figliuolo – permetterà di completare l’immunizzazione delle categorie più fragili, degli over 80, dei cittadini con comorbilità e ridotta mobilità, non ancora completamente intercettate dell’attuale modalità organizzativa e che potranno essere raggiunti a domicilio e comunque in luoghi ad ed esso prossimi".

Ma il commissario guarda anche oltre. "In una fase successiva, in previsione di eventuali ulteriori richiami – osserva – si dovrà valutare la possibilità di ricondurre l’attività vaccinale quanto più possibile nell’alveo di tutte le strutture ordinarie del Servizio sanitario nazionale al fine di realizzare un sistema di vaccinazioni sostenibile e stabile nel tempo, senza dover ricorrere soluzioni emergenziali". Positive le reazioni dei medici.

Chi è più cauto sono le Regioni. Ieri Liguria e Piemonte hanno presentato il progetto di vaccinare reciprocamente, dal 15 giugno, i turisti liguri e piemontesi. Un progetto che dovrà avere il placet (possibile ma non scontato) di Figliuolo. nel frattempo i governatori si sono tolti qualche sassolino dalle scarpe. "Leggo reprimende circa la stravaganza presunta delle politiche delle regioni – ha detto il ligure Giovani Toti – io credo, in realtà, che che qui oggi si esplica il ruolo delle regioni, ossia dare servizi ai cittadini, tenuto conto delle esigenze dei territori. Non vedo cosa vi sia di insensato e strano in tutto questo". "La Regione Piemonte – ha detto da parte sua Alberto Cirio – ha sempre rispettato il piano nazionale. Nella gestione della trincea però ci si scontra con quelle che sono le esigenze pratiche delle persone, ed è giusto è doveroso che ci attiviamo per proposte di qusto tipo". In loro supporto è sceso anche il presidente della Conferenza delle regioni, il friulano Massimiliano Fedriga. "Con il generale Figliuolo – ha detto – le Regioni hanno un ottimo rapporto e credo che stiano rispettando di fatto tutto il programma vaccinale nazionale. Se dopo è utile ampliare dei target per non lasciare vuoti nelle agende vaccinali, secondo me è giusto farlo".

Alessandro Farruggia