Giovedì 18 Aprile 2024

"Vaccini efficaci già dopo una dose" Lo studio: così crollano i contagi

Gli inglesi: pericolo ridotto di due terzi dopo una sola somministrazione. E l’Ema conferma: AstraZeneca sicuro

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di Giulia Prosperetti

La tanto agognata ‘immunità di gregge’ potrebbe essere meno lontana del previsto. Una sola dose del siero anti-Covid di AstraZeneca o di PfizerBioNTech sarebbe, infatti, sufficiente a ridurre il rischio di infezione di quasi due terzi in tutte le fasce della popolazione, compresi i più anziani e vulnerabili, offrendo protezione anche contro la variante inglese ‘Kent’. A dirlo è uno studio dell’università di Oxford e dell’Office for National Statistics britannico che ha analizzato i risultati dei test Covid su oltre 350mila persone nel Regno Unito tra dicembre e aprile.

I ricercatori hanno osservato che, a 21 giorni dalla prima somministrazione, le nuove infezioni sono diminuite del 65%. I vaccini si sono dimostrati più efficaci contro le infezioni sintomatiche (-72%) rispetto a quelle asintomatiche (-57%). Un seconda dose di vaccino Pfizer – l’unico per il quale è attualmente possibile stimare l’effetto del richiamo – ha ulteriormente potenziato la protezione, con una riduzione del 90% delle infezioni sintomatiche e del 70% di quelle asintomatiche. Lo stesso gruppo di scienziati ha, inoltre, evidenziato come una forte risposta anticorpale sia stata raggiunta nel 95% delle persone. Dopo la prima dose di vaccino Pfizer gli anticorpi indotti dall’iniezione sono aumentati più velocemente, raggiungendo un livello più alto, per poi però, specie nelle persone anziane, calare a un livello simile a quello rilevato dopo il vaccino AstraZeneca. Se nei giovani una dose di vaccino induce un aumento di anticorpi simile a quello osservato dopo l’infezione da Covid, nei più anziani per raggiungere lo stesso livello servono due dosi.

Buone notizie, sul fronte europeo, anche per gli approvvigionamenti dei vaccini. Ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato la firma, nei prossimi giorni, di un nuovo contratto con Pfizer per garantire la fornitura di 1,8 miliardi di dosi dal 2021 al 2023. Un incremento delle forniture al quale si aggiunge la ‘riabilitazione’ del vaccino Astrazeneca da parte dell’Ema che ieri – pur sottolineando la natura temporanea di questa analisi – ha affermato come, in base ai dati attuali, i benefici di Vaxzevria superino i suoi rischi per adulti e anziani, aumentando con l’avanzare dell’età e dei tassi di infezione. Secondo le stime del Comitato per la sicurezza nei farmaci umani (Prac) la probabilità di incorrere nei rari effetti collaterali osservati con Vaxzevria (coaguli di sangue insoliti con piastrine basse) interessa "1 persona ogni 100mila vaccinati". L’Ema ha, pertanto, raccomandato di "continuare a somministrare la seconda dose tra le 4 e le 12 settimane dopo la prima".

In tale scenario Von der Leyen si è detta "fiduciosa che avremo dosi sufficienti per vaccinare il 70% della popolazione adulta dell’Ue già in luglio". In Italia, dove ieri si è cominciato a inoculare il vaccino Johnson&Johnson, il commissario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo ha annunciato l’arrivo di 2 milioni e mezzo di ulteriori vaccini entro il 29 aprile, altri 2 milioni e 600mila entro il 5 maggio e almeno 16 milioni di vaccini nel corso del mese prossimo. La progressiva immunizzazione potrebbe gradualmente consentire l’allentamento dell’obbligo delle mascherine e del distanziamento fisico. Misure che, secondo un recente rapporto dell’Ecdc, non sono necessarie negli incontri tra persone vaccinate con doppia dose.