G20 Roma, flop sul clima: ecco perché. Sì alle tasse ai big

Intesa su vaccini e global tax: Draghi porta a casa risultati su sanità ed economia. Il cinese Xi blocca qualsiasi progresso sull’ambiente

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Roma, 31 ottobre 2021 - "Tramontate stelle, all’alba vincerò". Nella magìa della Terme di Dicleziano, il coro intona il Nessun dorma di Puccini. Ma la realtà non fa sconti. No, sul clima il G20 non vincerà. In una edizione condotta con cura dall’Italia, che ha segnato una ripresa di un positivo multilateralismo e che sta raccogliendo risultati non da poco su diversi dossier, nel giorno nel quale a Glasgow si aprirà la Cop26 i leader dei 20 paesi più più ricchi e potenti, responsabili dell’80% delle emissioni di gas serra, non riescono a mettere assieme un comunicato ambizioso sulla crisi climatica, il tema più spinoso.

G20, chiuso l'accordo sul clima: "Tetto di 1,5°C al riscaldamento globale"

L’ultima bozza del comunicato sul clima – la quinta – è ancor più deludente perchè elimina i riferimenti alla necessità di "azioni immediate" per mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5° affermado semplicemente che serviranno "azioni significative". Quando e quanto, non si sa. Ancor peggio è l’eliminazione del riferimento al 2050 per portare a zero le emissioni nette di gas serra. La nuova bozza parla di "metà secolo" venendo così incontro alla Cina, che non vuole farlo prima del 2060, e all’India che una data non l’ha fissata proprio. Quanto ai 100 miliardi all’anno per aiutare la conversione ecologica dei paesi in via di sviluppo, la data dell’erogazione viene spostata al 2023 (doveva essere il 2020, si disse nel 2009) e senza arretrati. Un annacquamento su tutta la linea. "Le bozze sinora trapelate sono versioni preliminari: gi sherpa sono al lavoro e lo faranno tutta la notte" fanno sapere da palazzo Chigi. La strada sembra però segnata, salvo improbabili miracoli.

Per Draghi però il bilancio è complessivamente positivo – a partire dal via libera allo storico accordo su una tassa minima del 15% sugli utili delle multinazionali – e non solo per la solida intesa con l’America di Biden. "La pandemia non è finita e ci sono disparità sconvolgenti nella distribuzione globale dei vaccini. Ma a circa due anni dall’inizio della pandemia – ha detto Draghi aprendo il summit – possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo. Insieme, stiamo costruendo un nuovo modello economico, e tutto il mondo ne beneficera".

"Abbiamo raggiunto – osserva – un accordo storico per un sistema di tassazione internazionale più equo ed efficace (varato dall’Ocse dopo un lungo negoziato, sbloccato dall’elezione di Biden, scatterà nel 2023). Ed è stato fissato l’obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro il 2021 e almeno il 70% entro metà 2022". "Il multilateralismo – sottolinea Draghi – é la migliore risposta ai problemi che affrontiamo oggi. Per molti versi, é l’unica soluzione possibile". Con lui, Joe Biden, e tutto l’Occidente. "Qui al G20 – dice Biden, forte della ratifica della tassa globale al 15% per le multinazionali – i leader che rappresentano l’80% del Pil globale hanno reso chiaro il sostegno per una forte tassa minima globale. Questo è più di un accordo fiscale è la diplomazia che riplasma la nostra economia globale". E’ lo spirito di questo G20 ad essere positivo, come testimonia – splendida idea – l’aver chiamato medici e gli infermieri in prima linea nella lotta al Covid a posare nella tradizionale foto di famiglia, accolti dal caloroso applauso dei Grandi del mondo.

La diplomazia a margine del G20, va poi detto, ha prodotto anche altri risultati. Ha riallacciato il filo del dialogo con la Turchia di Erdogan, deciso la ripresa del tavolo sul nucleare iraniano, definitivamente appianato i dissapori tra America e Francia sull’affaire sottomarini. Certo, Russia e Cina sono alla finestra – al G20 come a Cop26 – sempre più vicine. E per spianare la strada a COP26 lo spirito di Roma non è bastato. Ma tant’è.

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