Vaccini anti-Covid, Ema-Ecdc: terza dose non urgente

L'autorità del farmaco e il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie rassicurano sulla durata della protezione. E ricordano: "Nell'Ue una persona su tre over 18 ancora non ha assunto la seconda dose"

Vaccini (Ansa)

Vaccini (Ansa)

Roma, 2 settembre 2021 - "Sulla base delle prove attuali, non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo dei vaccini Covid-19 alle persone già completamente vaccinate nella popolazione generale". Lo scrivono l'Agenzia europea del farmaco (Ema) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in una nota congiunta a seguito di un rapporto tecnico pubblicato ieri dall'Ecdc, nel quale si rileva invece la necessità di una dose di richiamo per "le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito".

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"Le prove sull'efficacia del vaccino e sulla durata della protezione mostrano che tutti i vaccini autorizzati nell'Ue sono, attualmente, altamente protettivi contro l'ospedalizzazione, le malattie gravi e la morte legate al Covid-19", evidenziano le due agenzie europee, sottolineando tuttavia che "circa un adulto su tre con più di 18 anni nell'Ue è ancora attualmente non completamente vaccinato" e "in questa situazione, la priorità ora dovrebbe essere quella di vaccinare tutti gli individui idonei che non hanno ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato". Gli esperti spiegano che "è importante distinguere tra dosi di richiamo per le persone con un sistema immunitario normale e per quelle con un sistema immunitario indebolito". Negli individui immunodepressi, "alcuni studi riportano che una dose aggiuntiva di vaccino può migliorare la risposta immunitaria" e tale opzione dovrebbe dunque "essere presa in considerazione già ora". "Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di fornire una dose aggiuntiva, come misura precauzionale, agli anziani fragili, in particolare quelli che vivono in ambienti chiusi come i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine". L'Ema, prosegue la nota, sta attualmente valutando i dati pertinenti. Nel frattempo, "gli Stati membri possono prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di richiami e dosi aggiuntive".

Tra i candidati alla terza dose aggiuntiva potrebbero esserci le persone che soffrono di depressione. Claudio Mencacci, direttore emerito Neuroscienze salute mentale Asst Fbf Sacco di Milano e co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf), si rivolge agli esperti del G20 Salute, in programma i prossimi 5 e 6 settembre a Roma, per chiedere la terza dose immediata per i pazienti depressi: "Sono stati dimenticati in questi 20 mesi di emergenza Covid-19, ma sono i più fragili. Lo stile di vita sregolato, insieme a patologie pregresse e alla riduzione di accesso alle cure, ha creato un pericoloso corto circuito ancora in corso".

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