Vaccini anti Covid: tutto quello che c'è da sapere. Domande e risposte

Tutti i sieri proteggono dalle varianti? E chi è guarito, deve vaccinarsi? Quanto dura l'immunità? Ecco il vademecum

I vaccini a confronto

I vaccini a confronto

Roma, 3 aprile 2021 - La campagna vaccinale anti Covid entra nel vivo anche in Italia, nonostante i problemi di approvvigionamento delle dosi (qui la dashboard in tempo reale): è importante accelerare, come ripete il commissario all'emergenza Figliuolo, perché la situazione epidemiologica migliora lentamente (qui l'indice Rt regione per regione) e la protezione contro il maledetto Coronavirus deve estendersi il più possibile per raggiungere l'immunità di gregge. Ma di fronte ai diversi vaccini, restano aperte molte domande: quanto dura l'immunità dal Covid? E i vaccini proteggono dalle temute varianti? E ancora: i guariti devono vaccinarsi? E in quel caso, una vaccinazione è sufficiente? Ecco la nostra guida ragionata per affrontare con serenità  l'appuntamento con la vaccinazione: le domande e le risposte degli esperti.

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1 - Tutti i vaccini proteggono dalle varianti?

"In attesa di valutare l’efficacia su grandi numeri – risponde Andrea Cossarizza, immunologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia –, l’impressione è che i vaccini siano tutti efficaci contro le varianti del Covid. Si veda nel Regno Unito, dove quasi tutti sono vaccinati con AstraZeneca ed è stato riportato un crollo delle infezioni. A Londra ieri l’altro non è morto nessuno, dunque il vaccino funziona". Un lavoro pubblicato su Cell, riferisce l’esperto, indica che gli anticorpi prodotti dalle persone guarite, e da chi è stato vaccinato, sono ancora efficienti contro la variante inglese e le altre. Di fronte alle varianti tutti i vaccini producono lo stesso effetto, vero o falso? Vero, nel senso che i vaccini sono tutti basati sulla sequenza del primo Coronavirus di Wuhan, pubblicata nel gennaio dell’anno scorso. Virus a mRna o Dna, veicolati da nanoparticelle, piuttosto che da un vettore virale, come nel J&J, sono metodi diversi che alla fine fanno produrre anticorpi contro la proteina Spike. "Al momento – spiega il professor Cossarizza – la variante inglese, quella più presente in Italia, è coperta dal vaccino. Per la sudafricana o brasiliana bisognerà vedere, ma concediamoci un minimo di ottimismo, in attesa di dati definitivi".

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2 - Si può fare un siero diverso per il richiamo?

Germania e Paesi Bassi hanno sospeso AstraZeneca per gli under 60. Chi in Italia ha fatto la prima dose con questo farmaco può utilizzare tranquillamente lo stesso tipo di profilassi anche per il richiamo. "In Gran Bretagna – ha chiarito Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, in conferenza stampa all’Istituto superiore di sanità – stanno sperimentando combinazioni di vaccini diversi, per la prima e la seconda dose, stanno valutando sul campo la possibilità di fare il richiamo con un vaccino diverso da quello della prima dose. Da qui a pochi mesi avremo i dati degli studi clinici. Per ora in Italia il problema non sussiste – conclude Rezza –, perché abbiamo dosi sufficienti per fare i richiami con lo stesso vaccino, come da protocolli".

3 - Chi ha problemi di coagulazione va vaccinato?

Chi prende antiaggreganti (come nella profilassi per la fibrillazione atriale) può stare tranquillo. Nel foglietto illustrativo del vaccino AstraZeneca sono stati così aggiornati gli effetti collaterali: "Si è osservata molto raramente una combinazione trombosi trombocitopenia". La maggior parte di questi (rarissimi) casi si è verificata entro i primi 7-14 giorni in donne con meno di 55 anni. Consultare il medico se si presenta respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, cefalea persistente, visione offuscata. Nelle persone soggette a eventi trombotici il medico può prescrivere un vaccino diverso, del tipo a mRna.

4 - Quanto dura l’immunità da Covid-19?

"La protezione conferita dai vaccini potrebbe durare anni", ha dichiarato alla Cnn l’immunologo Scott Hensley, dell’Università della Pennsylvania (Usa), esperto di vaccini a mRNA del tipo Pfizer e Moderna. Guido Rasi, microbiologo, ritiene che la protezione potrebbe protrarsi per due anni, ma è un tema dibattuto: è la prima volta che ci confrontiamo con questo virus, gli studi a 6 mesi e 8 mesi dicono che gli anticorpi proteggono. Si pensa che il nuovo Coronavirus riemergerà a ondate come l’influenza. Nel Regno Unito, dove sono avanti nella profilassi, ritengono che dal 2022 ogni anno in autunno la vaccinazione antinfluenzale sarà combinata alla anti-Covid (cosiddetta terza dose) impiegando vaccini aggiornati alle ultime varianti.

5 - Una sola dose è sufficiente per i guariti?

È opinione di molti immunologi che chi ha superato il Covid-19 sia già immunizzato in modo naturale, come dopo aver ricevuto una prima dose di vaccino. "Ma questa è solo un’opinione, dobbiamo ancora fare degli studi approfonditi su un campione di popolazione rappresentativo, per avere certezze", avverte l’immunologo Cossarizza. Se una persona cara, convalescente, fosse chiamata a vaccinarsi, consiglierebbe di presentarsi o di rimandare? "Una ipotesi ragionevole dice di aspettare almeno 3 mesi per poi vaccinarsi – risponde lo specialista – e una sola dose senza richiamo potrebbe essere sufficiente. L’infezione conferisce una buona protezione, ovviamente ti puoi reinfettare, ma a quel punto la malattia severa non insorge, salvo qualche eccezione sempre possibile, ma che finora non abbiamo mai visto. C’è chi propone di somministrare una sola dose a sei mesi dalla guarigione. Potrebbe andare bene, ma evitiamo di trasformare una opinione in una regola generale". Quindi, a titolo di precauzione, una sola dose di vaccino, nelle persone guarite, potrebbe essere sufficiente e valere come richiamo