Covid, vaccini ai familiari: indagati 15 tra medici e infermieri a Oristano

Secondo l'indagine dei Nas hanno somministrato il siero Pfizer ai propri parenti che non rientravano tra le categorie degli aventi diritto

Vaccinazione anti Covid, foto generica (Ansa)

Vaccinazione anti Covid, foto generica (Ansa)

Oristano, 14 aprile 2021 - Altro che vaccinapre prima anziani e fragili: quindici persone, tra medici e infermieri, sono accusati di aver somministrato il vaccino Pfizer a propri familiari (che non rientravano tra le previste categorie aventi diritto), abusando così della propria posizione. La Procura di Oristano indaga per abuso d'ufficio e peculato.

Per questi 'furbetti del vaccino' dalle prime ore della mattina sono in corso le operazioni di notifica da parte dei carabinieri del Nas, di un'informazione di garanzia. Le indagini dei carabinieri del Nas si sono concentrate sul Punto vaccinale territoriale di Oristano, dove operavano i 15 indagati.

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Com'è nata l'indagine

Nelle scorse settimane sono stati acquisiti gli elenchi e i certificati vaccinali. Analizzandoli gli specialisti dell'Arma hanno riscontrato le irregolarità. Venerdì scorso i carabinieri hanno consegnato al procuratore Ezio Domenico Basso una dettagliata informativa sfociata oggi negli avvisi di garanzia con le ipotesi di reato di abuso d'ufficio e peculato. Si tratterebbe di un primo filone d'inchiesta. Sotto la lente della Procura, infatti, ci sarebbero altre categorie di soggetti che avrebbero ottenuto il vaccino senza averne diritto. 

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​Le testimonianze degli indagati

Nel rapporto anche le testimonianze dei sanitari impegnati nelle procedure di vaccinazione: giustificando il loro operato, medici e infermieri ora sotto indagine avevano fatto riferimento alle difficoltà di somministrazione dei vaccini: in alcune circostanze, le dosi sarebbero rimaste inutilizzate per l'assenza dei convocati. Da qui il ricorso a persone conosciute, che hanno potuto raggiungere velocemente il poliambulatorio e ottenere la somministrazione del vaccino anti-Covid. Ciò per evitare la perdita delle fiale - si sono giustificati gli indagati coi carabinieri - come espressamente richiesto dal ministero della Salute. Argomentazioni che, evidentemente, non vengono giudicate plausibili dalla Procura, decisa ad andare avanti con l'inchiesta.