Vaccini, se slitta il Milleproroghe a scuola servirà l'autocertificazione

Allo stato si esclude che, dopo l'ok del Senato, la Camera possa votare prima delle vacanze dei parlamentari, che iniziano martedì. Le Regioni: "Pronte a ricorrere alla Consulta"

Vaccinazioni all'ospedale Annunziata di Napoli (Ansa)

Vaccinazioni all'ospedale Annunziata di Napoli (Ansa)

Roma, 5 agosto 2018 - La 'guerra' dei vaccini obbligatori continua a infiammare l'estate. E mentre i medici insorgono contro il rinvio voluto dal governo gialloverde, c'è persino una mamma no-vax che minaccia il virologo Roberto Burioni, da sempre in prima linea - anche sui social - per la campagna pro vaccini. Le Regioni insorgono, minacciando di ricorrere alla Consulta, mentre il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana rischia di alimentare le polemiche dichiarando "penso che sia importante la libertà di scelta".

L'AUTOCERTIFICAZIONE - Di certo c'è, per le famiglie, un impegno da rispettare: alla riapertura delle scuole, a settembre, i genitori dovranno comunque presentare l'autocertificazione delle avvenute vaccinazioni obbligatorie dei figli per nidi e materne se -  come è quasi certo - il decreto Milleproroghe non sarà approvato alla Camera prima della pausa estiva, che scatta questo martedì. Il via libera del Senato, infatti, è atteso per domani, poi le intese sui lavori a Montecitorio allo stato escludono l'ok definitivo prima delle vacanze dei parlamentari. Fuori tempo massimo per le iscrizioni a scuola. 

Milleproroghe 2018: cosa prevede

Senza il varo definitivo del decreto Milleproroghe - e in mancanza di eventuali altri provvedimenti d'urgenza che il governo dovesse decidere di approvare - resta quindi in vigore la circolare dello scorso luglio dei ministri della Salute e dell'Istruzione, Giulia Grillo (che aspetta un bebè e ha già detto che lo farà vaccinare) e Marco Bussetti. Il testo, in deroga transitoria alla legge Lorenzin, prevede appunto che per la frequenza del prossimo anno scolastico 2018-19 basterà l'autocertificazione, ovvero una dichiarazione sostitutiva delle vaccinazioni effettuate, da presentarsi alle scuole.

In ogni caso, ha già precisato Grillo, "la mancata presentazione della documentazione non comporterà la decadenza dell'iscrizione scolastica". In particolare, la circolare precisa che "per i minori da 6 a 16 anni, quando non si tratta di prima iscrizione scolastica, resta valida la documentazione già presentata per l'anno scolastico 2017-2018. Se il minore non deve effettuare nuove vaccinazioni o richiami e per i minori da 0 a 6 anni e per la prima iscrizione alle scuole (minori 6 - 16 anni), basta una dichiarazione sostitutiva di avvenuta vaccinazione. In alcuni casi, varrà anche l'autocertificazione che attesti l'avvenuta prenotazione alla Asl per effettuare le vaccinazioni".

LA RIVOLTA DELLE REGIONI - Antonio Saitta, assessore alla Sanità della Regione Piemonte e Coordinatore della Commissione Salute della conferenza delle Regioni, guida la protesta: "La proroga dell'obbligo vaccinale è un passo indietro. Lavoriamo perché non passi in Parlamento, altrimenti siamo pronti a ricorrere alla Consulta, perché la Sanità non è una materia esclusiva di competenza dello Stato". L'appello  al ministro Grillo è ad ascoltare le Regioni: "Vogliamo essere sentiti, serve una intesa con le Regioni".

Per Saitta "i vaccini non sono un fatto burocratico  ma la più grande modalità di prevenzione. Consentono di ridurre le malattie gravi e mortali e, in alcuni casi, addirittura di eliminarle. La proroga è un segnale negativo perché ha deciso di vaccinare i propri figli, che sono la stragrande maggioranza. C'è il rischio di fare davvero un passo indietro su un tema fondamentale per la salute dei cittadini". Qualora il governo non volesse sentire le Regioni, "e l'emendamento con la proroga dovesse essere approvato, allora abbiamo due strade: riprendere il lavoro sull'obbligo vaccinale che le Regioni avevano già fatto, e che era stato interrotto per arrivare alla legge Lorenzin, oppure ricorrere alla Consulta, perché la sanità non è competenza esclusiva dello Stato".

E su Facebook la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini assicura che lì l'obbligo sarà mantenuto: "Noi non arretreremo in questa conquista di civiltà e non scambieremo la salute delle persone per quattro miseri voti di movimenti minoritari, oscurantisti, antiscientifici..... la Regione Umbria si doterà di una propria legge regionale mantenendo l'obbligo della certificazione vaccinale per l'iscrizione a tutte le scuole della Regione".

IL MINISTRO FONTANA - In serata interviene il ministro della Famiglia. Sulla questione dei vaccini, "penso che sia importante la libertà di scelta. Ci sono degli esempi in Europa molto positivi che si potrebbero introdurre. Ad esempio, in Belgio, i pediatri fanno i vaccini, sono i pediatri quelli che conoscono meglio di chiunque alto i bambini e le famiglie e ci potrebbe essere una analisi migliore", ha detto Lorenzo Fontana a margine della Festa della Lega Romagna. 

Quanto alla sua idea di abrogare la legge Mancino, che tanto scompiglio ha creato fuori e dentro la maggioranza, ora dice: "Penso che una riflessione vada fatta e rifletterò con il Presidente del Consiglio, con il ministro Di Maio: sono persone che mi hanno anche stupito per la loro capacità e il loro buonsenso". Poi ammette: "Magari, vista così", l'idea di una revisione della Legge, può "aver suscitato qualche dubbio, ma c'è un problema quando si dice che un po' tutto è razzismo, soprattutto le azioni della Lega e del ministro dell'Interno. Bisogna stare attenti che poi questo strumento non venga utilizzato per colpire a fini politici perché questa sarebbe una deriva pericolosa".