Anti vaccini, resistenza contro l'obbligo. La strategia: "Prenotate e rimandate"

C'è anche chi propone feste coi bambini malati: così ci immunizziamo

VACCINI / LE PROMESSE

VACCINI / LE PROMESSE

Roma, 6 settembre 2017 - Con gli asili nido già aperti in diverse città, e a pochi giorni dalla prima campanella per elementari e medie, è ancora scontro aperto sui vaccini obbligatori. Da un lato c’è la querelle tra Regioni e governo – con la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ferma sul "senza vaccini non si entra, è un divieto sacrosanto" – e dall’altro c’è il fronte no vax dei genitori intenzionati a usare tutte le strategie possibili per aggirare l’obbligo alle dieci vaccinazioni. Lo strappo più forte è quello del Veneto. In attesa dell’esito del ricorso alla Corte costituzionale la Regione guidata da Luca Zaia ha messo in campo una moratoria fino al 2019 dell’obbligo vaccinale per asili nido e materne.

La Lombardia, invece, con una parziale retromarcia, ha deciso di mettere in stand-by la proroga di 40 giorni rispetto alla scadenza del 10 settembre. Ma ci sarà un "percorso" che "entro 40 giorni consentirà ai genitori di rimettersi in regola e riprendere la frequenza" ai nidi e alle materne. Non mancano già i casi di presunte discriminazioni. L’associazione Corvelva, il Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni, ha denunciato che in alcuni nido comunali di Verona "i bambini non vaccinati sarebbero stati tenuti separati dal resto della classe e ghettizzati" mentre "in un caso una madre si è sentita sollecitare il ritiro del figlio in tempi brevi poiché non avrebbero potuto dare da mangiare al bambino".

Per il comune di Verona si tratta di una "strumentalizzazione". Intanto, con le scadenze alle porte – 10 settembre per asili e materne e 31 ottobre per le altre scuole - la strategia dei 'No vax' punta a prendere tempo ricorrendo – come si legge su alcune pagine Fb - a "percorsi di resistenza" contro "il fascismo delle istituzioni". Prima regola: guai a dichiarare il falso nell’autocertificazione "perché rischiate la denuncia penale". Sul sito del Comilva, il Coordinamento italiano per la libertà delle vaccinazioni, 29 mila followers, si spiega: prima di tutto la prenotazione ("tattica e senza ammissioni") all’Asl via raccomandata con ricevuta di ritorno da presentare in copia alla scuola. Ma "qualora l’Asl abbia convocato la famiglia prima dell’inizio della scuola, suggeriamo di trasmettere invece il modello con il quale aderite all’invito ma chiedete di spostare l’appuntamento".

Secondo passo: compilare l’autocertificazione e consegnarla alla scuola. Infine: rimandare continuamente l’appuntamento per l’iniezione. L’importante è riuscire a far entrare a scuola i bambini, dopo di che "studierete per fare obiezione". C’è anche un vademecum di ciò che "non" bisogna assolutamente fare come "ritirare i bimbi per portarli in altre comunità infantili" o "pagare le sanzioni".

Non mancano gli insegnanti come Matteo De Angelis, maestro di Bologna e creatore del gruppo 'La scuola che accoglie', che spiega: "Non faremo nessun tipo di boicottaggio o di sabotaggio ma vogliamo parlare con dirigenti e sindaci perché siamo convinti che nessuno deve essere escluso da scuola. Peraltro non sappiamo nemmeno quale sia l’atto amministrativo in base al quale il preside può stabilire l’esclusione: si deve mettere con i carabinieri davanti a scuola? La nostra sarà comunque un’azione pacifica". Nemmeno la scadenza del 10 marzo 2018 per la presentazione effettiva dei documenti spaventa: la speranza è che arrivi la sentenza della Corte Costituzionale o che, nel frattempo, i bimbi si ammalino spontaneamente. Sono tornati in auge, con un tam tam sui social 'il morbillo party' e la 'varicella party': ci si mette in contatto privatamente sui social network, si annuncia che il proprio figlio ha contratto la malattia e si aprono le porte di casa a chi preferisce questa via rispetto al vaccino.