Vaccinazioni, Draghi rivede già gli obiettivi

Irraggiungibile per aprile il traguardo del mezzo milione di dosi al giorno. Il commissario Figliuolo: tenete le scorte per i richiami

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di Elena G. Polidori

L’obiettivo è sempre quello, riuscire a vaccinare il 70% della popolazione entro la fine di settembre. Una corsa contro il tempo che dipenderà, in gran parte, dal mantenimento di cronoprogramma sugli arrivi delle forniture di vaccino che – si è visto – non sono certe. È per questo che il commissario Figliuolo ha raccomandato di non superare le 300mila dosi al giorno, in modo da tenersi al riparo da possibili ostacoli, nonostante il premier Draghi abbia chiamato le grandi case farmaceutiche per garantire la regolarità delle consegne. Uno spiraglio di luce arriva da Pfizer, che ha promesso di anticipare di un mese le consegne dei prossimi trimestri; da aprile a giugno dovrebbero essere a disposizione 52 milioni di dosi. Tra otto e dieci sono programmate ad aprile, ma la media del mezzo milione quotidiano, quella che si prefigge Figliuolo, dovrebbe scattare nell’ultima settimana di aprile. Per questo le Regioni non consumano tutte le dosi per mantenere la scorta per i richiami.

Questa settimana, poi, arriverà in Italia il vaccino di Johnson & Johnson, il monodose, per circa 184mila dosi, le prime delle 400-500mila attese tra il 16 e il 19 aprile. Le fiale dovrebbero arrivare tra domani e mercoledì all’hub della Difesa all’aeroporto di Pratica di Mare, assieme a 175mila dosi di AstraZeneca. Entro mercoledì, inoltre, Pfizer dovrebbe consegnare in tutta Italia oltre un milione di dosi. Sempre per l’inizio della settimana è prevista la consegna da parte di Moderna di circa 400 mila dosi, sufficienti per aumentare il ritmo della campagna. In queste settimane si è visto che Pfizer ha consegnato con regolarità, ogni settimana. Moderna consegna di solito piccole quantità, quindi non è al momento decisivo. Il fornitore più irregolare è AstraZeneca, che accumula spesso ritardi, tagliando i quantitativi.

Ma c’è un nuovo elemento a preoccupare gli esperti e riguarda la variante sudafricana del Covid. Che, secondo uno studio israeliano, sarebbe in grado di "bucare", almeno in parte, la protezione indotta dal vaccino Pfizer-BioNTech. In Israele è strato utilizzato quasi esclusivamente proprio il vaccino Pfizer per proteggere milioni di cittadini (sono circolate pochissime dosi di Moderna). La diffusione delle varianti (in particolare la sudafricana e la brasiliana, che possono parzialmente eludere la protezione vaccinale) preoccupa i governi di tutto il mondo. Tanto che le case farmaceutiche si sono già mosse e stanno studiando una "terza dose" proprio per aumentare la protezione contro i contagi più gravi derivanti proprio dalle mutazioni, fatto che rende sempre più probabile la possibilità che per il Covid siano necessari periodici richiami, soprattutto tra gli anziani, come già succede con l’influenza. Pfizer-BioNTech e Moderna sono già al lavoro.