Lite tra i Vacchi, fratelli-coltelli. Bloccati i beni di Gianluca, star dei social

Scontro legale per un investimento sbagliato, il giudice dà l’ok a un sequestro da 200mila euro

Gianluca Vacchi (57 anni), imprenditore e influencer. Ha 30 milioni di follower

Gianluca Vacchi (57 anni), imprenditore e influencer. Ha 30 milioni di follower

Bologna - Volano gli stracci tra i fratelli Vacchi. Fratelli che più diversi non potrebbero essere e ora si trovano separati da una barriera di polemiche, rancori e carte bollate. Da una parte Gianluca, 54 anni, influencer con oltre 30 milioni di follower, deejay, musicista e attore. Dall’altra Bernardo, 51 anni, imprenditore low profile che fa della sobrietà e della riservatezza il suo stile di vita. Eredi di una storica famiglia di imprenditori bolognesi, i fratelli Vacchi sono ai ferri corti a causa di una controversia societaria finita in tribunale e relativa a un investimento sulle Enjoy Bikes, le cyclette di lusso ideate da Gianluca.

L'affare non è andato bene e, con un’ordinanza del 28 aprile firmata dal giudice Marco D’Orazi, la Boato International – società riferibile a Bernardo – è stata autorizzata a sequestrare in via conservativa beni e diritti ai danni di una società riferibile al fratello, la GVLifestyle Srl, fino a 200mila euro. La vicenda è solo uno dei frammenti della separazione patrimoniale avvenuta tra i due alla fine del 2021. Scissione che ha portato Bernardo a raggruppare sotto lo storico marchio FinVacchi un family office e una holding di investimenti, con un valore conferito di asset stimato in oltre 130 milioni di euro e costituito in prevalenza da liquidità e partecipazioni aziendali. Mentre Gianluca, oltre a mantenere la quota in Ima (il colosso delle macchine automatiche guidato dal cugino Alberto), si è dedicato ad altri progetti imprenditoriali. L’ultimo dei quali è targato Elimobile, operatore telefonico "controcorrente" che guarda al metaverso e offre servizi basati su una criptovaluta.

Bernardo sostiene di avere semplicemente inseguito un credito. "Ho provato in tutti i modi a farlo in via bonaria – spiega – anche chiedendo la mediazione di Alberto, che si è impegnato a trovare una soluzione transattiva che comprendesse questa e altre posizioni. L’accordo sembrava esserci e io lo accettai, anche se a forte sconto, pur di uscire da inutili scenari di lite. Invece nulla e, dopo diversi solleciti in assenza di risposte, ho ritenuto di rivolgermi al tribunale. Sono dispiaciuto che si sia dovuto arrivare a questo, ma penso che quando non si onorano le fatture di un’azienda che ha lavorato con impegno e impiego di risorse si danneggiano anche i suoi dipendenti. E questo, da presidente, non potevo accettarlo". La sensazione è che questa sia solo l’ennesima puntata di una querelle destinata a durare a lungo. "Spero proprio di no – conclude Bernardo Vacchi – Quanto pattuito nell’atto di scissione mi aspetto venga rispettato. Se non lo fosse, tutelerò i miei diritti in ogni sede".