Mercoledì 24 Aprile 2024

Vacanze in Europa, c’è il green pass Scatta 14 giorni dopo la seconda dose

Fino al 27 giugno in Italia resta valida la regola della totale libertà d movimento 15 giorni dopo la prima iniezione

Migration

di Elena G. Polidori

È il momento del "green pass". Ce ne sarà uno, su raccomandazione della Commissione Ue (Certificato Covid digitale Ue), che consentirà di viaggiare in Europa dal 14° giorno dopo la seconda dose (la sola e unica in caso di J&J). E un altro, per viaggiare solo in Italia, che invece farà partire il via libera dal 15° giorno dopo la prima iniezione. Dal 27 giugno i pass nazionali devono però uniformarsi a quelli della Ue.

Il Green pass italiano per ora serve per spostarsi tra Regioni o Province autonome eventualmente tornate rosse o arancioni, inoltre permette, dal 15 giugno in zona gialla, di partecipare a cerimonie (come matrimoni), e per visitare gli anziani nelle case di riposo. "Gli europei dovrebbero godersi un’estate sicura e rilassante", ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, "il certificato Covid digitale dell’Ue porterà chiarezza e prevedibilità quando riprenderemo i viaggi liberi nell’Ue".

La proposta della commissione si basa su due pilastri: alleggerire le misure e avere a disposizione un freno di emergenza da tirare in caso di recrudescenza dell’epidemia. Il pass, come si diceva, diventerà valido "quattordici giorni dopo l’ultima dose" di vaccino anti-Covid: la seconda per AstraZeneca, PfizerBioNTech e Moderna, la prima e unica per Janssen (J&J). Questo dovrebbe coprire anche le persone guarite che hanno ricevuto una singola dose di un vaccino a 2 dosi.

Ci sono, però, anche Paesi che spingono perché sia dato il via libera alla circolazione già dopo la prima dose e su questo punto la commissione ha chiarito che "questa flessibilità deve valere per tutti, non può essere limitata ai cittadini di quel determinato Paese". L’Italia è tra questi visto che è già stato deciso che il pass nazionale sarà valido dal quindicesimo giorno dopo la prima dose e vale anche per gli stranieri in arrivo nel Paese ma, come si diceva, il pass Ue è destinato ad avere la prevalenza a partire da fine giugno. Per i guariti dall’infezione, il pass dovrebbe durare 180 giorni a partire dal test molecolare positivo.

Chi non è vaccinato o non ha anticorpi o – ancora – ha fatto passare troppo tempo da quando ha avuto la malattia o dalla somministrazione, dovrà fare un tampone: quelli molecolari potrebbero avere una validità di "72 ore", mentre quelli rapidi "48 ore". Le regole proposte dalla Ue, tuttavia, non finiscono qui. C’è una parte che riguarda i minori che dovrebbero essere esentati dalla quarantena qualora i genitori non debbano sottoporsi all’isolamento, ad esempio perché vaccinati. E "anche i bambini sotto i 6 anni dovrebbero essere esentati dai test relativi al viaggio". Ancora: i cittadini extra-Ue che intendono recarsi nei Paesi membri, "se vengono in Europa con la prova di vaccinazione, saranno in grado di avere anche il certificato digitale Ue Covid e stiamo chiedendo agli Stati membri di usare lo stesso certificato per consentire loro di circolare nell’Ue".

La parola d’ordine è dunque "coordinazione" per arrivare ad una graduale, quanto contemporanea revoca delle restrizioni valide per tutti. La pandemia, però, "non è terminata" e per questo è già stato previsto una sorta di "freno" di emergenza, anche per le persone vaccinate o guarite. Si pensa all’adozione di una divisione per fasce colorate secondo la mappa dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie): per i viaggiatori provenienti da aree verdi, non ci dovrebbe essere alcuna restrizione; per i viaggiatori provenienti dalle zone arancioni, sarà richiesto un test prima della partenza (antigenico o molecolare); per i viaggiatori provenienti da zone rosse, sarà imposta laquarantena, mentre da zone rosso scuro, saranno sconsigliati i viaggi non essenziali.