Vacanze di Natale, meglio l’Italia Nove su dieci scelgono di restare

Quarta ondata, Speranza avverte: "Io non mi sposterei". Gli operatori: da noi verranno anche gli stranieri

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ROMA

Ora più che mai, come già questa estate, saranno vacanze italiane. E non solo per quanto detto ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza ("Io sono per le vacanze in Italia"). "Il mercato italiano – osserva il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – tira molto, come si è visto nel ponte di Ognissanti quando su 10,5 milioni d’italiani che ne hanno approfittato per fare un viaggio il 90,5% di questi hanno scelto l’Italia. Del resto, oltre che una destinazione splendida siamo il Paese messo meglio per la pandemia e quindi la scelta si basa anche su solidi dati scientifici. È bello ed è sicuro". "Non a caso – annuncia Bocca – per le ferie natalizie le prenotazioni per le località di montagna sono molto buone, in linea con quelle del 2019, quindi di prima della pandemia mentre le per città d’arte manca il turismo di lunga percorrenza". Per le ferie di Natale è previsto un aumento dei flussi, anche dei turisti stranieri. Secondo Eurocontrol il traffico aereo, che ad agosto era al 71 e settembre era al 73% dei livelli pre Covid, potrebbe salire al 90%, grazie soprattutto alla ripresa dei voli interni e tra paesi europei.

"L’andamento delle prenotazioni di questo autunno – osserva il presidente di Enit, Giorgio Palmucci – lascia ben sperare anche per dicembre. In positivo i flussi prenotati a settembre da tutti i mercati. Sono in salita le prenotazioni dagli Usa (+78,2% rispetto al 2020). Ottimo risultato dalla Spagna (+213,3%)". Ma si muove anche la Russia, pur ancora chiusa al turismo non affari, residenti o salute, che segna un +18%. "Nel complesso – prosegue Palmucci – le prenotazioni verso l’Italia crescono del +103,4% da novembre. Restano però in sofferenza le città d’arte legate al turismo long haul che è in lenta ripresa. Già l’estate ha fatto registrare inoltre un recupero del turismo domestico e di prossimità, quindi di turisti prettamente italiani ed europei. E questo trend di turismo domestico è prevalente fino a Natale".

L’annuncio di Speranza getta invece nell’incertezza il turismo in uscita dall’Italia, proprio ora che stava faticosamente risalendo. I 6 corridoi turistici aperti il 22 ottobre (Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana e Mar Rosso con Sharm El Sheikh e Marsa Alam) davano segnali importanti. "Le sei mete – osservano in Astoi Confindustria, l’associazione dei tour operator – vanno benino, soprattutto l’Egitto che è vicino e abbastanza economico, ma crescono anche le Maldive".

Discretamente vanno anche i paesi elenco D del decreto, per i quali è possibile evitare la quarantena se vaccinati e tamponati (tra questi Usa, Emirati Arabi, il Regno Unito, Israele, Ucraina, Cile, Canada e Giappone). Adesso l’eventualità di possibili restrizioni rischia di raffreddare questo mercato, anche se da oggi riaprono al turismo internazionale gli Stati Uniti (basta essere vaccinati e con tampone). "La riapertura degli Stati Uniti – osserva Andrea Mele, vicepresidente di Astoi – è stata accolta con estremo favore dal pubblico italiano: c’è tanta voglia di fare vacanza, di viaggiare e ovviamente gli Stati Uniti sono una meta importantissima per i turisti italiani, ma noi ci aspettiamo che il 15 dicembre, quando scade il decreto sui divieti, non solo non ci siano restrizioni ma si apra ad altre destinazioni come la Thailandia, il Marocco, la Turchia, il Brasile, la Polinesia francese". E anche il resto dell’Egitto, Il Messico, l’ Indonesia, Cuba.

"Prima del Covid – ricorda il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – 3,5 milioni di italiani si regalavano una vacanza all’estero durante le festività di Natale e Capodanno, generando una spesa complessiva pari a circa 4,5 miliardi di euro". "Siamo favorevoli a incentivare le vacanze in Italia – prosegue Truzzi – ma il Covid non può essere usato come arma per le politiche turistiche del Governo. In un momento in cui il turismo si sta faticosamente risollevando dalla crisi generata dal Covid, e gli operatori del settore hanno ripreso a lavorare grazie alla voglia degli italiani di partire, eventuali restrizioni sul fronte degli spostamenti all’estero potrebbero affossare parte del business generato dalle vacanze di fine anno, con inevitabili conseguenze per le imprese del comparto e per l’economia".

Alessandro Farruggia