Giovedì 18 Aprile 2024

Va dal medico, gli occupano la casa. E da venti giorni nessuno la libera

L’incredibile storia di un pensionato di Roma. L’abusiva è una donna rom entrata con la figlia. Ha cambiato la serratura

Il grafico sulle occupazioni abusive ed Ennio Di Lalla

Il grafico sulle occupazioni abusive ed Ennio Di Lalla

Dopo un paio di giorni a fare esami voleva solo tornare a casa sua Ennio Di Lalla, 86 anni, romano. Qualche ora prima l’amministratore l’aveva avvertito che secondo un paio di condomini si sentivano "strani rumori" dal suo appartamento, e lui, compatibilmente con le sue condizioni di salute, si è precipitato a casa. Ma la chiave non girava nel portoncino. Allora ha chiamato il 112 che ha mandato una pattuglia di Carabinieri. Che ha scoperto la realtà: la casa era stata occupata da una straniera di etnia rom – con la figlia e un cane – che aveva forzato la porta. E che ai Carabinieri, ai quali ha infine aperto, ha detto che lei sì, si autodenunciava per l’occupazione, ma non avrebbe lasciato l’appartamento "perché ho un minore".

Aggiornamento: Ennio è tornato a casa

Tecnica spregevole ma ampiamente usata occupare con donne incinta, bambini o anziani, e poi farsi scudo dello "stato di necessita". All’allibito anziano i Carabinieri hanno spiegato che a quel punto, non essendoci più flagranza di reato, serviva un decreto firmato dalla Procura ed eseguito da un ufficiale giudiziario, che loro avrebbero eventualmente assistito. È una follia, ma a stretta norma di legge. E lo scandalo è che dopo 22 giorni il signor Di Lalla non è ancora potuto tornare a casa, ed è ospite di un fratello. Il suo avvocato Alessandro Oliveri ha presentato denuncia penale ma dopo 22 giorni la Procura non ha ancora deciso. Il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, è intervenuto per sollecitare lo sgombero, che è stato infine chiesto dal pm ed è all’esame del Gip. I soliti tempi biblici della giustizia italiana. Probabilmente si riuscirà a mandare l’ufficiale giudiziario a breve, filtra. Probabilmente. Senza considerare che dopo 22 giorni l’"a breve" è paradossale, vista la palese ingiustizia.

Di sicuro il caso Di Lella è la punta dell’iceberg. Il fenomeno è particolarmente diffuso nelle 750 mila case popolari, dove il fenomeno delle occupazioni, anche, nel 5-6% dei casi, di alloggi occupati come quello del signor Di Lalla, è incredibilmente diffuso. Secondo i dati di Federcasa le case occupate con la forza erano 24 mila nel 2016 e 24.574 nel 2019. E circa un migliaio non erano sfitte ma già occupate. persone come il signor Di Lalla.

Uno scandalo. "Il fenomeno non solo non cala ma è leggermente in crescita – osserva il presidente di Federcasa, Riccardo Novacco – e per questo sono andato una decina di giorni fa a denunciarlo al ministro dell’Interno Lamorgese. In Italia questo problema non viene seguito adeguatamente serve una svolta per far sì che le forze dell’ordine abbiano la possibilità di agire". E il fenomeno, seppure con numeri di molto inferiori, è presente anche nel patrimonio abitativo privato. "Il caso del signor Di Lalla – osserva il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – è assurdo ma, purtroppo, non isolato. La tutela del diritto di proprietà dovrebbe essere il primo compito dello Stato, ma in Italia nei fatti manca e si traduce in una sostanziale impunità per chi commette un reato grave come l’occupazione abusiva: è urgente cambiar leggi e mentalità".

Contro le occupazioni il proprietario – a meno che le forze dell’ordine non assistano alla flagranza del reato – oggi può solo agire sia per via civile (azione di rivendicazione o, più efficace, azione di reintegro, con provvedimento del giudice “urgente e immediato“ – si fa per dire – per chiedere la liberazione dell’immobile) oppure denunciare penalmente l’occupante per invasione di edificio, danneggiamento, violazione di domicilio e, se del caso, furto. In entrambi i casi, ci vogliono mesi, se non anni. E non è detto di vincere perchè l’occupante, se avrà occupato con minori, anziani, handicappati, malati o donne incinta, farà ricorso all’articolo 54 del codice penale (stato di necessità) che fa scattare la non punibilità. A quel punto il proprietario può solo usare il codice civile. Ma per arrivare l decreto del giudice e all’esecuzione forzata con la forza pubblica i tempi sono, come per gli sfratti, biblici. E non da paese civile.