Venerdì 19 Aprile 2024

V-day solo per 9mila, siamo ultimi in Europa. La Germania ha già comprato forniture extra

Arcuri insiste: "Chi ha avuto di più oggi avrà meno domani". In realtà la Merkel si è assicurata 30 milioni di vaccini Pfizer oltre la quota Ue

Le dosi di vaccino distribuite nel V-Day e quelle comprate dall'Italia

Le dosi di vaccino distribuite nel V-Day e quelle comprate dall'Italia

I conti non tornano. Basta mettere in fila i numeri. Anzi, è sufficiente un solo confronto: Germania-Italia, 16 a 1. Per Natale ci siamo emozionati per un furgone della Pfizer-BioNTech che ha passato il Brennero con 9.750 dosi di vaccino. Peccato sia la stessa quantità arrivata allacittà di Berlino, 3,5 milioni di abitanti contro i nostri 60. Infatti sabato i sedici Land, come ha spiegato il ministro della Sanità Jens Spahn, potevano contare su 151.125 dosi. Solo il più piccolo, Brema ha avuto la metà dei flaconcini (4.875).

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Guardandosi in giro: gli stessi toccati alla Serbia, unica messa peggio di noi. Ma allora cos’è successo? Semplice: quando frau Merkel ha capito dove si andava a parare, si è preparata. Così ha prenotato in tempo carichi extra, ben oltre quelli assegnati dalla Ue. Doveva avere 40 milioni di dosi su un pacchetto di 300; se ne è procurata altre 30 milioni. Ordinate a metà dicembre alla Pfizer-BioNTech, che entro fine anno ne consegnerà 1,3 milioni e nel 2021 fornirà in tutto 85 milioni di pezzi. Altri 50 milioni arriveranno dalla Moderna, in totale oltre 136 milioni di dosi che con il richiamo dopo tre settimane consentiranno di vaccinare l’80% dei tedeschi, 60 milioni su 82, due terzi sono favorevoli. Spahn ha diviso la popolazione in sei fasce: nella prima 80enni e personale sanitario, nella seconda settantenni, poliziotti o vigili del fuoco. I politici sono i fondo, al penultimo posto. Le vaccinazioni sono cominciate sabato, le foto di Amburgo – 2 milioni di abitanti e la nostra stessa fornitura – mostrano una spoglia sala della Fiera, senza petali o fiori. Però: entro dicembre arriveranno 29.500 dosi.

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Ieri pomeriggio, quando i numeri avevano infiammato le polemiche (e le ironie) sui social, il commissarrio all’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri ha provato a metterci una pezza, senza però dare risposte chiare. Per il Vax day la Germania "ha avuto 11mila dosi – ha precisato curiosamente una nota del suo ufficio –. Le 150mila che le sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro Paese arriveranno a partire dal 28 dicembre". Oggi.

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Nessuna discriminazione, garantisce: l’assegnazione Ue è stata fatta "sulla percentuale di popolazione, sia per il Vax day sia per le forniture successive a regime. Il nostro piano di distribuzione prevede di avere 450mila dosi a settimana", a partire da oggi, "che arriveranno nei luoghi di somministrazione". Nel primo trimestre 2021 i flaconcini di vaccino diventeranno 28 milioni (con Moderna, AstraZeneca e CureVac). "All’Italia è destinato il 13,46% di ogni fornitura – chiarisce a breve giro di posta il ministero della Salute –. Questo equivale a 26,92 milioni di dosi dal contratto con Pfizer-BioNTech". Più ottimismo sui pezzi a settimana, "470mila".

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Peccato che il giro d’Europa, dentro e fuori la Ue, consegni un altro responso: siamo fanalino di coda. In Francia sono arrivate 19.500 dosi che diventeranno in tutto 90 milioni; in Danimarca 40mila; 107mila in Svizzera, fuori Unione; 10mila nella piccola Malta, appena mezzo milione di abitanti. Siamo più o meno ex aequo con la Svezia e la Romania. La Spagna come noi, poi ne avrà 350mila a settimana. La consegna al rallentatore preoccupa anche i presidenti di Regione, che hanno chiesto al commissario garanzie scritte. Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, fresco di vaccino mette in guardia: "Se non pareggeremo nelle prossime settimane, alla fine ci ritroveremo isolati. Sarebbe una sconfitta per tutto, salute e economia. In altre parole: se a marzo gli altri Paesi avranno 16 volte tanto i nostri vaccinati, sarà stato un fallimento della politica".