Domenica 20 Luglio 2025
FRANCESCO MORONI
Cronaca

Ustica, dolore e memoria. L’appello di Mattarella:: "Un aiuto dai Paesi amici"

Il ricordo della strage del Dc9 Itavia del 27 giugno 1980 che fece 81 morti. L’amarezza dei familiari delle vittime dopo la richiesta di archiviazione.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 83 anni, ha rinnovato l’appello a far luce sulla strage di Ustica

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 83 anni, ha rinnovato l’appello a far luce sulla strage di Ustica

Quarantacinque anni. Quarantacinque anni da quando, tra il buio e le nuvole, nel cielo sopra Ustica morirono 81 persone, 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio, a bordo del DC9 Itavia. Quarantacinque anni senza una pronuncia definitiva che spieghi cosa sia successo davvero quella notte del 27 giugno 1980, ma soprattutto chi sono i colpevoli. Quarantacinque anni di silenzi e depistaggi, ma anche di sforzi e battaglie di chi, a quella "piena verità", non vuole rinunciare.

"La strage ha impresso nella storia della Repubblica un segno doloroso e profondo, che non potrà mai essere cancellato": sono le parole scelte dal presidente della Repubblica, che come ogni anno ha voluto mandare un messaggio ed esprimere vicinanza ai famigliari delle vittime di "una tragedia tra le più oscure e laceranti che hanno colpito il nostro Paese". "La Repubblica non abbandona la ricerca della verità – insiste Mattarella – e sollecita la collaborazione di tutti coloro che, anche tra i Paesi amici, possono aiutarci a rispondere al bisogno di giustizia, che non si dissolve negli anni, perché è parte del tessuto stesso della democrazia".

La notizia della richiesta di archiviazione da parte della procura di Roma, rispetto all’indagine che da 17 anni prova a fare luce nell’oscurità, è un pugno che colpisce i parenti di chi non c’è più dritto allo stomaco. Ma che, allo stesso tempo, non fa perdere la speranza a Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime: l’appello oggi è rivolto al governo, unico ente che "può fare qualcosa".

"La magistratura non ha buttato l’ancora e smesso di indagare, ha fatto tutto quello che poteva e ci ha dato più certezze – ragiona Bonfietti –: ora tocca ai Paesi amici dare risposte alle rogatorie. A mancare è la collaborazione internazionale". E ancora: "Nella richiesta di archiviazione abbiamo la completa conferma della ricostruzione che ci aveva dato il giudice Priore nel 1999: il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra. Non viene messo in discussione nulla, viene rafforzato tutto quello che era già stato evidenziato".

A Bologna, dove il DC9 partì con destinazione Palermo, la seduta del consiglio comunale con i parenti delle vittime, atto iniziale del programma di eventi al Museo per la Memoria di Ustica, dove è visibile l’installazione di Christian Boltanski con pezzi recuperati dal relitto. Lungo applauso in Aula al ricordo di Andrea Purgatori, giornalista che per anni si è speso alla ricerca della verità sul 27 giugno 1980.

"Sappiamo cosa è successo, ma 45 anni dopo non c’è nessun colpevole – puntualizza il sindaco Matteo Lepore –. Purtroppo le scene che vediamo ogni giorno nei cieli del Medio Oriente sono molto simili a quello che è successo a Ustica: la nostra società è abituata a tragedie enormi e anche per questo abbiamo bisogno che i Paesi della Nato fra loro siano trasparenti".

Messaggio anche da parte di Michele de Pascale, presidente dell’Emilia-Romagna: "Oggi non è la verità a mancare, ma il coraggio e la volontà da parte delle istituzioni di riconoscerla o ammetterla pienamente".