Mercoledì 24 Aprile 2024

Ursula inciampa sull’Italia Levata di scudi contro l’Ue poi arrivano i soldi del Pnrr

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di Elena Comelli

Si sposta in Europa il terreno di scontro dell’ultimo scorcio di campagna elettorale, dopo le frasi pronunciate da Ursula von der Leyen all’università di Princeton, non lontano da New York, sulle vittorie elettorali dei sovranisti in Europa. E la reazione pavloviana di Matteo Salvini, che ha subito interpretato l’intervento come un’intrusione nel voto italiano. "Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria", ha rassicurato la presidente della Commissione, rispondendo a una domanda dei giornalisti proprio sul voto di domenica.

L’allusione pare diretta alla presenza in campo di politici italiani filo-Putin, ma anche filo-Orban. Salvini ha letto nelle parole della presidente della commissione un’entrata a gamba tesa dell’agone elettorale italiano: "Che cos’è? Un ricatto, una minaccia, bullismo istituzionale? O chiede scusa o si dimette, a tre giorni dal voto è istituzionalmente scorretto minacciare gli italiani", è stata la sua risposta, tanto che i parlamentari leghisti a Strasburgo hanno preannunciato un’interrogazione sul caso. La bufera ha indotto Bruxelles a una precisazione: "La presidente von der Leyen nel suo intervento all’università di Princeton ha semplicemente affermato che la Commissione lavorerà insieme a qualsiasi governo che vorrà lavorare con la Commissione", ha precisato il portavoce della presidente, durante il briefing quotidiano con la stampa. Immediate le reazioni degli altri leader politici. "Queste frasi dette due giorni dal voto finiscono per avere un effetto diverso da quello che voleva ottenere. von der Leyen, comunque, è esponente del partito europeo di Berlusconi e Tajani. Non montiamo un caso su una cosa che si sgonfierà", dice il segretario Pd Enrico Letta. "A von der Leyen con grande rispetto dico che non ci aspettiamo giudizi sul nostro libero gioco democratico", gli fa eco Matteo Renzi.

Più cauto Antonio Tajani, per Forza Italia: "Credo si debba chiedere rispetto, le dimissioni non sono nella possibilità, non si può chiedere di andare a eleggere un nuovo presidente di Commissione, ma certamente sono parole che lasciano molto perplessi". Anche la reazione di Giorgia Meloni è prudente: "Mi pare che von der Leyen abbia già mandato una nota per correggere l’interpretazione data dalla stampa italiana. Sarebbe stata una cosa francamente fuori misura rispetto al ruolo della commissione". In serata l’annuncio, che sembra un ramoscello d’ulivo: la Commissione ha dato il via libera alla richiesta della seconda rata da 21 miliardi prevista dal Pnrr, dopo aver già accreditato la prima rata a metà aprile.