Ursula e il divano: io ferita e sola "Trattata così perché sono donna"

La presidente della Commissione europea von der Leyen torna a sfogarsi dopo lo sgarbo del 7 aprile. Michel si scusa ancora e ribadisce: rapporti difficili con Ankara se non cambia la politica sui diritti

di Elena Comelli

"Ferita e sola". Si è sentita così Ursula von der Leyen ad Ankara, nella visita ufficiale del 7 aprile, quando è stata relegata su un divano in disparte, mentre il presidente turco Recep Erdoğan e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si mettevano comodi sulle due sedie principali, uno accanto all’altro.

La presidente della Commissione, visibilmente arrabbiata, ieri ha duramente condannato il trattamento subito in Turchia davanti al Parlamento europeo, confermando l’impressione dell’opinione pubblica europea sul motivo di questa discriminazione inaccettabile. "Non riesco a trovare alcuna giustificazione per come sono stata trattata... quindi devo concludere che è successo perché sono una donna", ha detto von der Leyen, chiedendosi se la scena si sarebbe svolta nello stresso modo se fosse stata un uomo. "Nelle foto delle riunioni precedenti non ho visto carenza di sedie, ma non ho visto nemmeno donne presenti", ha rimarcato.

Le riprese video della scena, diventate rapidamente virali con il tag #sofagate, mostrano una von der Leyen chiaramente sorpresa e contrariata, in piedi davanti ai due uomini seduti sulle uniche due sedie disponibili, mentre lei veniva lasciata in disparte. "Mi sono sentita ferita, e mi sono sentita sola come donna e come europea", ha detto von der Leyen ai legislatori dell’Ue, con chiaro rimprovero a Michel, che è stato pesantemente criticato da molti politici europei per non essere intervenuto in sua difesa, offrendole la sua sedia. "Sono la presidente della Commissione europea e come tale mi aspettavo di essere trattata durante la visita in Turchia di due settimane fa, ma non è stato così", ha detto von der Leyen, che ha promesso di lottare con maggior vigore per i diritti delle donne dopo l’increscioso episodio: "Questo indica quanta strada c’è ancora da fare prima che le donne siano trattate alla pari, sempre e ovunque". Lo sgarbo del 7 aprile si è trasformato subito in una crisi politica, con una petizione organizzata da alcune Ong per chiedere le dimissioni dell’ex premier belga, che in pochissimi giorni ha superato le 10mila firme. Michel, accusato nella petizione di aver arrecato un danno all’immagine di tutti gli europei, ha espresso nuovamente il suo rammarico davanti all’Europarlamento, ammettendo di aver capito quanto le donne si siano sentite offese. L’episodio ha fatto scendere il gelo nei rapporti dell’Ue con la Turchia. Michel ha detto che sarà difficile stringere legami economici più profondi con Ankara proprio a causa del deterioramento dei diritti e delle libertà in Turchia, comprese quelle delle donne.

La visita dei vertici europei ad Ankara aveva suscitato forti critiche perché il mese scorso Erdoğan ha ritirato la Turchia dalla Convenzione di Istanbul, un trattato internazionale che ha l’obiettivo di prevenire la violenza contro le donne. In reazione all’arrogante maschilismo del regime turco, sta suscitando forti consensi la proposta dell’associazione italiana Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide), d’imporre un arbitro donna per la partita inaugurale di Euro 2020, che vedrà gli azzurri contro la Turchia e si svolgerà allo Stadio Olimpico l’11 giugno, finalmente con gli spettatori sulle tribune. La Ong, fondata da Gabriele Nissim per far conoscere e onorare i Giusti di tutto il mondo, si è appellata agli sportivi e ai cittadini perché chiedano all’Uefa che la partita inaugurale degli Europei venga arbitrata da un intero team di arbitri donna.