Martedì 16 Aprile 2024

"Uno dei migliori alpinisti". Morto in Patagonia

Trovato da un drone il corpo del novarese 40enne travolto da una valanga in Argentina. Lo strazio della sorella: non posso crederci

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ROMA

Non ce l’ha fatta Corrado ’Korra’ Pesce, 41 anni, l’alpinista bloccato da venerdì scorso su una vetta della Patagonia. Il cadavere è stato avvistato da un drone che ha sorvolato il luogo dell’incidente. Pesce, originario di Novara, si trovava sul Cerro Torre, cima argentina di 3128 metri, insieme al compagno di scalata Tomás Aguiló, quando, travolti da una valanga, sono rimasti entrambi feriti. Aguilò era riuscito a portare Korra, che non riusciva più a muoversi, in un piccolo rifugio – lasciato in parete nel 1980 da due alpinisti inglesi – prima di andare incontro ai soccorritori.

Il maltempo aveva però impedito agli elicotteri di raggiungere il ricovero e le operazioni di recupero erano state sospese. "Abbiamo potuto ingrandire le immagini di un drone volato venerdì mattina nella zona dell’incidente – ha spiegato Carolina Codo, medico responsabile del soccorso alpino argentino –. Si vede il corpo di Pesce scivolato 50 metri sotto la piattaforma dove aveva passato la notte con Aguilò. A quell’altezza, e senza protezione adeguata, la morte per ipotermia arriva dopo massimo due ore".

"Non potevi prevedere il mal tempo che ti è venuto contro – ha scritto in un lungo post su Facebook Lidia, sorella dell’alpinista –. E quella maledetta valanga. Non riesco ancora a crederci. Con te hai portato via una parte di tutti noi. Sarà dura mandare giù tutto questo buio che hai creato. Veglia su mamma e papà. Ho un nuovo angelo in cielo. Ti voglio bene e te ne vorrò per sempre. Buon viaggio. Arrivederci".

Pesce e Aguilò erano sulla parete Est e tentavano di salire una nuova via. Dopo aver aiutato l’amico a raggiungere il rifugio detto "box degli inglesi", l’argentino è stato ricoverato all’ospedale di El Calefate per le numerose fratture riportate nell’impatto con la raffica di neve e pietre.

Dolore anche a Chamonix, località sciistica francese, dove Pesce, oltre che alpinista esperta guida alpina, risiedeva da tempo. "Corrado– hanno detto i colleghi tra le lacrime – era uno dei migliori al mondo. Il piccolo rifugio sulla parete della montagna dove ha trovato riparo è difficile da raggiungere. Il forte vento e la scarsa visibilità hanno impedito per giorni il decollo degli elicotteri. Forse avrebbe voluto così, restare sulle montagne che ha tanto amato"

red. int.