Bologna, 3 dicembre 2014 - Niente sconto di pena per Fabio Savi. La Corte di Assise di Bologna ha respinto l'istanza avanzata da uno dei leader della Banda della Uno Bianca. Detenuto a Spoleto, Savi aveva chiesto, invocando vari principi di giurisprudenza, che gli venisse commutata la pena dall'ergastolo in 30 anni di reclusione.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini aveva chiesto che l’istanza venisse dichiarata inammissibile perché mancano le condizioni per l’applicazione della sentenza: non ci fu istanza per abbreviato e il processo non fu pendente nel periodo di tempo utile. Il pm aveva sostenuto che con un’applicazione automatica per questo tipo di istanze sarebbe abrogato l’ergastolo.
La difesa di Fabio Savi intanto valuta il ricorso in Cassazione e poi eventualmente alla Corte di Strasburgo, contro il rigetto della Corte di Assise di Bologna dell'istanza per la tramutazione dell'ergastolo in 30 anni. Lo dice l'avvocato Ada Maria Barbanera che assiste il leader della banda della Uno Bianca.