Uno Bianca, niente sconto di pena per Fabio Savi

La richiesta del ‘lungo’, che voleva veder tramutato il suo ergastolo in 30 anni di detenzione, è stata respinta dalla Corte di Assise. I familiari delle vittime: "I giudici hanno lavorato bene". La difesa: "Valuteremo ricorso"

Fabio Savi e, dietro, il fratello Roberto

Fabio Savi e, dietro, il fratello Roberto

Bologna, 3 dicembre 2014 - Niente sconto di pena per Fabio SaviLa Corte di Assise di Bologna ha respinto l'istanza avanzata da uno dei leader della Banda della Uno Bianca. Detenuto a Spoleto, Savi aveva chiesto, invocando vari principi di giurisprudenza, che gli venisse commutata la pena dall'ergastolo in 30 anni di reclusione.

Il procuratore aggiunto Valter Giovannini aveva chiesto che l’istanza venisse dichiarata inammissibile perché mancano le condizioni per l’applicazione della sentenza: non ci fu istanza per abbreviato e il processo non fu pendente nel periodo di tempo utile. Il pm aveva sostenuto che con un’applicazione automatica per questo tipo di istanze sarebbe abrogato l’ergastolo. 

«Ci fa piacere che la magistratura abbia lavorato bene». Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca, commenta così con l’ANSA il rigetto della Corte di Assise di Bologna dell’istanza per uno sconto di pena a Fabio Savi. Zecchi tira un sospiro di sollievo: «Avevamo un po' paura che questi assassini finissero fuori». 
 
La domanda di Savi, assistito dall’avvocato Ada Maria Barbanera, era stata discussa in un’udienza il 5 novembre. Rifacendosi alla sentenza ‘Scoppola' della Corte Europea dei diritti dell’uomo e a pronunce di Corte costituzionale e Cassazione, aveva chiesto, in sostanza, il riconoscimento del diritto di usufruire, a posteriori, del rito abbreviato.  Per i giudici (presidente Michele Leoni, giudice relatore Paola Passerone) pur reputando la domanda ammissibile, mancano i «presupposti operativi relativi al principio della retroattività e della ultrattività ‘in mitius»’, cioè di una pena più mite.

La difesa di Fabio Savi intanto valuta il ricorso in Cassazione e poi eventualmente alla Corte di Strasburgo, contro il rigetto della Corte di Assise di Bologna dell'istanza per la tramutazione dell'ergastolo in 30 anni. Lo dice l'avvocato Ada Maria Barbanera che assiste il leader della banda della Uno Bianca.