Università, anni di tasse illegittime. Gli studenti vogliono il rimborso

Il Consiglio di Stato ha stabilito un tetto, gli atenei lo hanno sforato. Migliaia di ricorsi

Studenti universitari (NewPress)

Studenti universitari (NewPress)

Roma, 15 novembre 2017 - Tasse alle stelle e centinaia di migliaia di ex studenti in attesa di essere rimborsati di quanto pagato in eccesso. Il mondo universitario è in fermento perché entro pochi giorni oltre ventimila universitari degli anni 2010, 2011 e 2012 dell’Università di Pavia potranno avere nelle proprie tasche l’agognato rimborso. Ma la cosa non riguarderà solo loro. Il Consiglio di Stato ha stabilito nella primavera di un anno fa che il gettito totale delle tasse universitarie recepito da ogni ateneo non può essere superiore al 20% di quanto ricevuto dallo Stato attraverso il Fondo di finanziamento ordinario. E ora gli ex universitari passano alla cassa.

La sentenza ha dichiarato, inoltre, priva di valore retroattivo e comunque non ancora applicabile la modifica della formula di calcolo dell’indicatore del 20%, introdotta con un emendamento parlamentare ai tempi del governo Monti, il quale prevedeva l’esclusione delle tasse pagate dagli studenti fuoricorso dal computo del gettito complessivo. In questo modo il tetto sarebbe stato circa del 27-28% e le tasse universitarie avrebbero potuto salire ancora.

Secondo una ricerca dell’Udu, l’Unione degli studenti universitari che ha vinto il ricorso a Pavia, tra il 2012 e il 2013 la tassazione media per studente è schizzata da 980,81 euro a 1.017,21 euro, fino a raggiungere i 1.052,86 del 2014. Morale: ben 35 atenei su 62 sono risultati fuori legge.

L’ateneo di Pavia è stato condannato a restituire a titolo di contribuzione illegittima oltre 8 milioni di euro così suddivisi: 1 milione e 727mila euro per il 2010, 2 milioni e 168.184 euro per il 2011 e addirittura 4 milioni 143.746 euro per il 2012. «Chi non ha ancora ricevuto il rimborso potrà realisticamente incassare questi soldi intorno alla fine del mese di novembre perché l’università di Pavia sta provvedendo ai bonifici», spiega Mattia Sguazzini, responsabile diritto allo studio dell’Udu.

«Per quanto riguarda quest’anno – aggiunge - attendiamo i bilanci preventivi e poi vedremo quali atenei sforano il tetto del 20% e valuteremo se procedere con dei ricorsi. Guardando lo storico, questo accade principalmente nei grandi atenei del Nord, tra cui Torino, Milano, Bologna». Secondo i dati dell’Udu questi atenei ‘sfondano’ storicamente il tetto del 20% almeno del 3, 4 o anche 5%.

«I bilanci sono atti amministrativi e se non si impugnano davanti al Tar entro sessanta giorni si consolidano e non sono più contestabili – spiega l’avvocato Francesco Giambelluca, uno dei legali che ha seguito per l’Udu il caso dell’ateneo di Pavia –. Noi non abbiamo mai avuto dubbi sulla fondatezza dei nostri ricorsi sui quali in sei sentenze il Tar ci ha sempre dato ragione. Le prime vittorie risalgono all’autunno 2010 quando è stato stabilito dal Tribunale amministrativo che il limite del 20% era obbligatorio e non semplicemente indicativo. Ma abbiamo atteso l’ultima parola del Consiglio di Stato per essere sicuri dei rimborsi».

A Palermo «un centinaio di ricorsi di ex studenti degli atenei di mezza Italia, da Bologna a Padova, da Torino a Milano Bicocca» li stanno raccogliendo gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell ma qui la strada intrapresa è un’altra. «Sono passati anni e l’unico modo di far rivivere il diritto è reclamare davanti al giudice ordinario e non al Tar il diritto di credito – spiegano Leone e Fell –. Al giudice noi chiediamo la restituzione dei soldi che non dovevano essere tolti agli studenti. Il giudizio si può incardinare velocemente, essendo esclusivamente documentale. Insomma, potrebbero esserci al massimo due udienze e poi andare a sentenza».