Mercoledì 24 Aprile 2024

Uniti (e zitti) Lo sciopero rompe l’idillio

Davide

Rondoni

Allora non siamo “tutti sulla stessa barca“. Contano i punti di vista. Lo sciopero indetto da due forti sindacati, al di là della correttezza o meno delle motivazioni, rompe l’idillio narrativo sulla gestione

della pandemia. Fin dall’inizio, e in particolare in Italia, l’unica narrazione della crisi possibile è stata quella imposta dal governo, qualunque esso fosse, da quello dell’ex signor Nessuno Conte a Mister Salvezza Draghi. Non importava tanto se si sono avvicendati dapprima conferenze stampa

dalla Protezione Civile, poi Concessioni alla Nazione da parte del Premier in diretta tv, o stringate comunicazioni. Il punto di vista unico, comunque sempre lo stesso, e non privo di effetto: stiamo

tutti sulla stessa barca e dobbiamo combattere un solo nemico comune, il virus. Tutti, o quasi, allineati. Se questo rimane vero a riguardo delle precauzioni sanitarie, ecco che è emerso che questo combattimento nasconde altri combattimenti. Ma dirlo era pericoloso, sconveniente, e chi

scrive, come pochi altri, quando lo ha fatto è stato tacciato delle peggio cose, compreso di negazionismo. Non ci sono andati giù leggeri. Stessa barca e zitti.

Poi le cose della vita, le cose

semplici, come la difficoltà a trovare i materiali edili per adempiere allo sbandierato 110%, i microprocessori per apparecchiature e automobili per cui ora occorrono mesi in più di attesa, costi delle energie, costi dei container, qualche numero di Pil o fatturato che non cala o cresce in modo omogeneo, e la “rugosa realtà“ come diceva il poeta Rimbaud, ha svegliato e inquietato tanti. Mica

cose da poeti e filosofi, si direbbe. Ma ancora una volta, forse, occorreva ascoltare e ragionare. Separare i piani, da un lato affrontare l’emergenza ma anche dire la verità sui punti di vista e di interesse in gioco, essere credibili. Dopo due anni sulla stessa barca, come mai qualcuno è in

panfilo altri in canotto?