Giovedì 18 Aprile 2024

Unioni gay, un’ombra sulla svolta. Il rischio: sdoganare l’utero in affitto

Il Pontefice ha parlato di famiglia, non di matrimonio. Le sue parole sono state subito strumentalizzate

Papa Francesco dimostra sempre una grande tenerezza e attenzione per i più piccoli

Papa Francesco dimostra sempre una grande tenerezza e attenzione per i più piccoli

Papa Francesco non ha parlato spesso di utero in affitto: pratica stigmatizzata, insieme alla gender theory, nell’esortazione Amoris Laetitia (2016). C’è poi stata la bella omelia del 1° gennaio scorso, giorno di Maria Santissima, in cui ha spiegato che "da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo. Oggi pure la maternità viene umiliata perché l’unica crescita che interessa è quella economica". Anche qui – in filigrana ma nemmeno troppo – il no di Francesco alla Gpa.

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E’ stato perciò uno choc per molti, soprattutto per molte credenti – e anche per tantissime non credenti impegnate nella lotta contro la mercificazione del corpo femminile – l’apparente apertura del Papa a una coppia gay che all’utero in affitto è ricorsa ben tre volte, climax del documentario Francesco di Evgeny Afineevsky presentato al Festival del Cinema di Roma e premiato dal Vaticano.

Nel doc si riferisce della telefonata del Pontefice a una coppia di credenti gay – coppia già celebre per il motto "la madre è solo un concetto antropologico" – con tre figli nati da maternità surrogata. I due si rivolgono a Francesco perché vorrebbero che i bambini frequentassero la parrocchia ma temono una discriminazione.

Com’è giusto, il Papa si mostra caritatevole e accogliente: quei bambini non devono patire un’esclusione. Secondo un gossip di ‘Aleteia’ al Papa era stato fatto credere che quei bambini erano stati adottati. E’ andata così?

Il rischio è che la sollecitudine di Francesco e forse anche il suo perdono possano essere intesi come tolleranza verso una pratica che rende schiave le donne, povera carne da riproduzione, e fa mercato di creature umane.

I media di tutto il mondo stanno titolando – trionfalmente o sconsolatamente – sulla svolta ’omosessualista’ del Santo Padre, con l’utero in affitto come Graal. Girano locandine ’papiste’ dei radicali di +Europa, promotori delle battaglie per l’eutanasia e la Gpa, con il Papa sorridente e l’hashtag #lovewins. La responsabile Diritti del Pd Monica Cirinnà (quella di ’Dio-Patria-Famiglia: che vita di merda’) saluta commossa le "parole rivoluzionarie" del Pontefice. Parole che Afineevsky monta in un collage: spezzoni di dichiarazioni tratte da una vecchia intervista in cui il Papa afferma che "gli omosessuali hanno diritto a stare in una famiglia. Non si può cacciare nessuno dalla famiglia" (sta parlando, è evidente, della famiglia di origine). E si dice favorevole a "una legge sulle unioni civili". In nessun passaggio Francesco parifica matrimonio e unione civile. Ma ormai la lettura consolidata è questa.

Il rischio di strumentalità è grande, anche in vista della ripresa del dibattito alla Camera sulla legge contro l’omotransfobia. Al momento il Vaticano tace.